“Rafforzare la solidarietà dei popoli nella lotta per la pace, contro l’imperialismo”

traduzione di http://www.marx21.it
pace
Assemblea mondiale della Pace 2016 – Dichiarazione finale. Lunedì 21 novembre 2016L’Assemblea del 2016 del Consiglio Mondiale della Pace si è tenuta il 18 e il 19 Novembre a São Luís ospitata dal Centro Brasiliano per la Solidarietà dei Popoli e per la Lotta per la Pace (CEBRAPAZ) e si è conclusa con l’adozione del seguente documento.

Introduzione

1. Il Consiglio Mondiale per la Pace ha tenuto onorevolmente la sua Assemblea del 2016 nel territorio Latino Americano. In seguito al colpo di stato parlamentare, giudiziario e mediatico, contro la volontà del popolo brasiliano, affermiamo la nostra solidarietà con il popolo che sta resistendo agli attacchi anti-democratici e anti-popolari da parte delle forze che hanno fatto il golpe.

2. In un periodo di profonda crisi economica, il mondo sta affrontando nuovi pericoli e minacce alla pace, inclusi gli attuali interventi militari contro paesi sovrani e il revival del fascismo in vecchie e nuove forme. L’umanità sta affrontando i pericoli di una guerra generalizzata di dimensioni globali. Comunque questo è anche il tempo della speranza, basata sulle lotte dei popoli del mondo che amano la pace, che questa possa essere fermata. Dobbiamo richiamare le lezioni delle lotte storiche, e unire tutte le forze più larghe e coerenti per la pace e il progresso in una forte mobilitazione la cui forza, ampiezza e convinzione possa prevenire che avvengano nuove tragedie.

3. I 4 anni dall’ultima assemblea in Nepal sono stati ricchi di attività e di lotta. Il CMP e le sue organizzazioni aderenti nei vari continenti hanno partecipato ad azioni di strada, seminari, dibattiti, congressi e riunioni regionali. Questi sono stati momenti intensi di riflessione, di condivisione di opinioni ed esperienze, nelle quali abbiamo portato fermamente la bandiera della pace. Attraverso analisi chiare delle principali minacce alla pace, e attraverso la proposta di tattiche chiare e una forte base di unità, abbiamo aiutato a rafforzare il largo movimento per gli ideali più nobili dell’umanità. In questo processo abbiamo rafforzato le nostre idee, le nostre speranze e la nostra fiducia nella volontà dei popoli di avanzare e raggiungere un altro ordine mondiale, dove pace, sovranità, democrazia e giustizia sociale trionfino. Questo periodo recente ha confermato che la nostra analisi antimperialista, espressa insieme all’impegno a costruire un’unità d’azione basata sui principi delle più ampie forze progressiste e della pace, è l’approccio corretto per rafforzare e sviluppare un efficace e largo movimento per la pace.

4. Lo stesso periodo è stato segnato da tre importanti e storici anniversari. In Agosto 2014 il centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale; in Settembre dello stesso anno il 75° anniversario dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale; nel Maggio 2015 abbiamo celebrato il 70° anniversario del trionfo dei popoli sul militarismo nazi-fascista e giapponese.

5. In questo periodo il CMP ha riaffermato il suo continuo impegno al rafforzamento delle mobilitazioni internazionali per la pace, come organizzazione internazionale per la pace che lotta per la pace e contro le cause alla radice delle guerre imperialistiche e di sfruttamento.

Minacce alla pace

6. Le grandi conquiste democratiche e sociali del periodo post-bellico – inclusa la decolonizzazione e l’indipendenza nazionale; lo sviluppo sociale, economico e culturale; l’espansione della rule of law a livello internazionale in aree quali la pace a la sovranità – dagli anni ’90 sono state tutte sistematicamente e aggressivamente indebolite. In questo periodo, l’imperialismo ha aumentato la sua pulsione ad imporre e mantenere posizioni dominanti nel mondo.

7. Dall’ultima assemblea del CMP, siamo stati testimoni dell’implementazione di politiche di egemonia e di imperialismo: l’attuale distruzione della Libia e la sua trasformazione in diversi protettorati che servono le potenze occidentali e i loro alleati regionali; l’intervento in Siria, con l’obiettivo di rovesciare il legittimo governo; la continuazione di una politica di occupazione e di colonizzazione, di pulizia etnica e di terrorismo da parte dello Stato di Israele contro il popolo palestinese, con l’aperto supporto dell’imperialismo americano e con la complicità dell’Unione Europea; e la creazione e la promozione da parte dell’imperialismo americano e dei suoi alleati nella regione, di forze violente come “lo stato islamico”, che sono asset nel piano imperialistico per la destabilizzazione e la frammentazione.

8. Le minacce alla pace hanno incluso anche il colpo di stato con caratteristiche fasciste in Ucraina, con il supporto degli Usa, dell’UE e delle potenze della Nato; l’implementazione della strategia militare “Pivot to Asia” degli Stati Uniti che punta all’Asia, inclusa la Cina; l’aumento della spesa militare globale e la militarizzazione del pianeta e dello spazio; nuovi sviluppi nella tecnologia delle armi nucleari, che hanno aumentato i loro livelli di minaccia; e interventi intensificati, inclusi colpi di stato, per fermare e rovesciare le conquiste democratiche, sociali e di sovranità economica in molte aree dell’America Latina.

9. La dottrina degli Stati Uniti del “Dominio totale” (full-spectrum dominance) definisce il suo orientamento globale e combina la distruzione di stati sovrani in Medio Oriente, il confronto con l’economia emergente della Cina, e la promozione della guerra non convenzionale contro la Russia. L’ultima tattica è parte di una dura competizione e crea un completo “muro di contenimento” contro la Russia che si estende dai Balcani all’Eurasia. È un’azione guidata dalla Nato e dall’Ue, che ha allargato la sua macchina bellicista e cercato l’incorporazione di paesi dell’ex Unione Sovietica. L’episodio recente più rilevante che coinvolge direttamente l’Europa è la destabilizzazione dell’Ucraina attraverso il colpo di stato fascista. Nello stesso tempo, una risposta aggressiva a questa dottrina deteriorerebbe la situazione e aumenterebbe ulteriormente le tensioni.

10. L’escalation di guerre di aggressione contro stati sovrani e le reti di terroristi nel Medio Oriente, Africa ed Asia hanno mostrato che le minacce all’umanità sono anche maggiori. Le organizzazioni e i gruppi terroristi che l’imperialismo americano e i suoi alleati hanno aiutato a creare e ai quali hanno dato risorse e armi stanno seminando violenza contro i popoli del Medio Oriente e sono strumentalizzati per promuovere una “tendenza securitaria” che viola e disprezza i diritti fondamentali, le garanzie e le libertà in molti paesi, come hanno mostrato gli ultimi due anni di attacchi terroristi.

11. Nel suo sforzo di affermare la propria egemonia, tra cui l’imposizione di cambi di regime, l’imperialismo fa un uso crescente di grandi gruppi mediatici altamente concentrati, sia a livello nazionale che globale. Questo mina la capacità dei popoli di accedere e di scambiare informazione e analisi. È una pericolosa forma di controllo e di attacco ideologico da parte dell’imperialismo.

12. In ogni caso, la situazione mondiale è caratterizzata non solo dalle minacce alla pace, ma anche dalla crescente corrente per un mondo di pace e di giustizia. Come abbiamo visto, movimenti popolari in differenti parti del mondo stanno assumendo ruoli sempre più importanti nella difesa dei diritti popolari e della sovranità. Allo stesso tempo, ci sono iniziative di governo, come il movimento dei paesi non allineati e altri forum regionali, incluso il Celac, contro qualsiasi azione di egemonia e per una soluzione pacifica dei conflitti, basata sulle leggi internazionali, e sulla Carta delle Nazioni Unite, e per un mondo senza armi nucleari.

Crisi economiche e sociali

13. Come organizzazione e movimenti che lottano per una causa che riguarda tutta l’umanità, ci sentiamo connessi alle sofferenze che colpiscono la maggioranza dei deprivati e degli oppressi in tutto il mondo da parte di un sistema socio-economico ineguale. Le attuali minacce di guerra sono direttamente collegate al grande arco delle crisi che colpiscono il mondo. Il sistema economico dominante mostra sempre più la propria natura sfruttatrice ed oppressiva, nelle contraddizioni tra quelli che possiedono il capitale e gli spossessati. In aggiunta agli aspetti economici e finanziari, le crisi sistemiche colpiscono anche le risorse energetiche, il cibo e l’ambiente.

14. Mentre lo sfruttamento dei lavoratori si intensifica, la liquidazione dei diritti dei lavoratori si estende e le politiche di taglio della spesa pubblica risultano in un deterioramento dell’educazione, della salute e in altri investimenti che sono essenziali per il benessere sociale. La crisi approfondisce la polarizzazione sociale e le diseguaglianze nella redistribuzione della ricchezza e si rivela essa stessa come particolarmente distruttiva.

15. Mentre la crisi a tutto tondo cresce e i popoli lottano per i propri diritti, per lo sviluppo e il progresso, per la protezione ambientale, per la fine della povertà e della fame e per un mondo giusto, gli Usa-Ue-Nato continuano ad impegnarsi nelle politiche militariste di preparazione della guerra. Nel 2015, secondo un rapporto dell’Istituto Internazionale di Ricerca per la Pace di Stoccolma (Sipri), il 2,3% del Pil mondiale è stato speso nel settore militare, mostrando un ritorno alla tendenza all’aumento delle spese che si era prima brevemente interrotto. In altre parole: nel 2015, il mondo ha speso 1’700 miliardi di dollari in questo settore. Gli Usa sono il più grande contribuente, con 595 Miliardi di dollari, più del doppio del secondo, la Cina, che ha speso 215 Miliardi. I paesi Nato rappresentano oltre il 50% delle spese militari globali.

16. Le minacce alla pace mondiale e ai diritti dei popoli sono direttamente collegate all’aumento di potere politico ed economico del capitale finanziario internazionale, e delle grandi imprese transnazionali, e alla concentrazione di potere politico ed economico mondiale nelle mani delle grandi potenze imperialiste. Le espressioni più recenti di questo fenomeno sono il TPP (Trans-Pacific Partnership) che rappresenta un salto qualitativo in questo processo di concentrazione, il Ceta (Canada-European Union Comprehensive Economic and Trade Agreement), e il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) che è in corso di negoziazione e rappresenta una “Nato economica”. In parallelo, tensioni significative nell’ordine mondiale stanno avvenendo, con la decadenza di certe potenze e l’emersione di nuove articolazioni tra i paesi, che portano a cambiamenti nella correlazione di forze. Lottando per la pace, non siamo indifferenti a questi processi.

17. In questo contesto, mentre gli Usa-Ue-Nato generalmente collaborano e mantengono il loro dominio nello schema della globalizzazione capitalista, nuovi spazi di integrazione e di cooperazione multilaterale sono emersi con diversi obiettivi, caratteristiche e campi d’azione. Questi includono la Comunità degli Stati Latino Americani e dei Caraibi (CELAC), il Mercato Comune del Sud (Mercosur) e l’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America – Accordo commerciale popolare (ALBA). Questi fenomeni sono espressione delle attuali contraddizioni geopolitiche ed economiche.

18. Nuove contraddizioni tra i principali stati imperialisti e le “economie emergenti” si esprimono nello sviluppo di nuove formazioni economiche come il gruppo BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica)

Scenari regionali

19. L’Europa è stata una delle regioni maggiormente colpite dalla crisi economica e finanziaria apparsa nel 2007-8. L’Unione Europea, quale struttura politica e militare sovranazionale – dominata dalle grandi potenze, specialmente la Germania – ha imposto con i propri governi un’offensiva brutale contro i diritti sociali e contro la sovranità nazionale, un processo che ha portato alla rovina nazionale in molti paesi. L’impoverimento di larghe masse, lo smantellamento di diritti sociali e di conquiste e la crescente disoccupazione, che sono state promosse dall’Unione Europea e dalle politiche dei governi nazionali, sono accompagnate da grandi profitti del grande capitale e dei monopoli. Lo sforzo per la pace è legato con la solidarietà con i popoli d’Europa che lottano per la costruzione di un’altra Europa di pace, cooperazione, progresso e giustizia sociale, dove i popoli saranno padroni della propria ricchezza e delle proprie fortune.

20. Negli ultimi anni le politiche bellicose e imperialiste delle grandi potenze si sono intensificate, specialmente negli Usa e nell’Ue, contro paesi come la Siria, l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia, lo Yemen e altre nazioni del Medio Oriente, con l’obiettivo di riconfigurare la regione secondo gli interessi egemonici. La continua aggressività del governo di Israele contro il popolo palestinese è ancora la strategia chiave del dominio, un ostacolo alla pace nella regione come la massiccia presenza militare americana.

21. Da oltre 42 anni, il 37% del territorio di Cipro è sotto l’occupazione illegale turca, in violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite. Il CMP riafferma la propria solidarietà con il popolo di Cipro nella sua lotta per una soluzione giusta, possibile e sostenibile per i greco-ciprioti, i turchi-ciprioti, gli armeni, i maroniti, i latini con il ritiro di tutte le forze di occupazione, tutte le basi e le forze militari. Il CMP sostiene lo sforzo per una Cipro, e per un popolo, una terra e un’economia riunificate, in una federazione bi-zonale e bi-comunitaria con una sovranità, una cittadinanza e una personalità internazionale, come stabilito nelle risoluzioni delle Nazioni Unite e negli accordi di alto livello – una Cipro libera da custodi e guardiani.

22. La crisi in Siria è l’arena chiave per l’aggressione imperialista nel contesto attuale. Per cinque anni, il paese è stato sistematicamente attaccato da milizie terroriste – in prevalenza composte da mercenari stranieri – che sono state reclutate, armate e addestrate dai governi occidentali, da Israele e dagli stati arabi reazionari, da paesi che violano la sovranità della Siria e la sua integrità territoriale, come gli Usa e la Turchia. Dietro tutto questo c’è l’obiettivo di controllare le risorse energetiche e le vie, i mercati e le sfere di influenza. Il risultato sono milioni di vittime e perdite materiali che non possono essere misurate. Ci sono forze coinvolte che sono impegnate nella ricerca di una soluzione politica, così come forze aggressive il cui obiettivo è la frammentazione per la formazione di nuove aree di influenza.

23. I milioni di rifugiati e migranti dalla Siria, dall’Iraq, dall’Afghanistan, dalla Libia e da altri paesi africani sono il risultato delle politiche imperialiste e delle guerre, delle quali questi popoli sono vittime. Le stesse forze che causano le guerre, mostrano la loro ipocrita preoccupazione riguardo alle conseguenze dell’applicazione di Schengen e degli accordi di Dublino. Il CMP denuncia fermamente l’accordo Ue-Turchia sui rifugiati, che è in violazione della Convenzione di Ginevra e della legge internazionale sui rifugiati più in generale. Domandiamo il diritto per i rifugiati di raggiungere la destinazione da loro scelta.

24. La politica aggressiva e imperialista di Israele in Palestina continua con l’assedio della Striscia palestinese di Gaza, con l’espansione degli insediamenti, con il furto di terre, e con politiche tipiche dell’apartheid. Il CMP rinnova la sua solidarietà con l’eroica lotta del popolo palestinese contro l’occupazione israeliana e contro le politiche di genocidio, che lo soggiogano a una crudele forma di colonialismo. Difendiamo il diritto sovrano del popolo palestinese di costruire il proprio stato sovrano e indipendente, all’interno dei confini precedenti alla guerra del 1967, con capitale Gerusalemme Est e il diritto per i rifugiati al ritorno, secondo la Risoluzione 194 delle Nazioni Unite. Chiediamo lo smantellamento di tutti gli insediamenti israeliani nei territori occupati e la demolizione del muro di separazione, così come la liberazione di settemila prigionieri politici palestinesi – tra cui 300 bambini. Chiediamo il riconoscimento dello Stato palestinese come  membro a pieno titolo delle Nazioni Unite e chiediamo ai governi membri delle Nazioni Unite l’urgente riconoscimento dello Stato di Palestina. Il CMP sostiene il boicottaggio e il disinvestimento contro i prodotti degli insediamenti israeliani come strumento per aumentare la pressione sul governo israeliano.

25. Il continente africano è l’obiettivo delle azioni aggressive e neocolonialiste delle grandi potenze, come dimostrato dalla distruzione dello Stato libico. Oltre alla presenza militare francese in circa 10 paesi del continente (incluse, ma non solo, le operazioni ONU), le truppe americane lo stanno trasformando nel loro laboratorio per gli esperimenti. La presenza del Comando Usa per l’Africa (AFRICOM), le esercitazioni militari e l’installazione di basi militari in cooperazione spesso con l’UE e la Nato, rivelano che anche il continente africano è l’obiettivo delle politiche guerrafondaie delle potenze e dei loro alleati.

26. Gli Stati Uniti mantengono una presenza in Egitto e nel Corno d’Africa nella loro base di Gibuti, e stanno alimentando dispute di confine tra Eritrea ed Etiopia. L’imperialismo usa sempre di più il pretesto di “missioni di pace” per giustificare e portare avanti la sua aggressione e le sue occupazioni contro i popoli dell’Africa.

27. L’occupazione del Sahara Occidentale da parte del Marocco è un esempio flagrante dell’ingiustizia, dell’oppressione nazionale e della violazione della legge internazionale. È un’espressione orrenda del colonialismo – il Sahara Occidentale è l’ultima colonia africana – contraria alla tendenza dell’epoca storica che porta all’ottenimento dell’emancipazione nazionale, all’indipendenza, all’autodeterminazione, alla sovranità.

28. Nel 2001 l’amministrazione americana ha annunciato il “ribilanciamento” che sposta le priorità militari globali nella regione dell’Asia-Pacifico. Questo include lo spiegamento del 60% della forza navale americana nel Pacifico e l’intensificazione dell’attività politica e diplomatica mirante a stabilire una più grande presenza ed egemonia nella regione.

29. La cooperazione militare tra Usa e Giappone è stata radicalmente sviluppata con una “legge di guerra” che permette al Giappone di esercitare il diritto all’autodifesa collettiva insieme agli Usa. Salutiamo il popolo giapponese nella sua lotta contro le basi americane nel paese, inclusa Okinawa, e contro i piani del governo per la rimilitarizzazione del Giappone.

30. Le manovre congiunte degli Usa e dei loro alleati, e lo spiegamento recente dei THAAD (Terminal High Altitude Area Defense missile) in Corea del Sud, aumenta la tensione con la Cina e con la Repubblica Popolare Democratica di Corea. Le continue manovre congiunte Usa-Corea del Sud deteriorano solamente la situazione, che dovrebbe essere risolta attraverso mezzi diplomatici incluso i “colloqui a sei”.

31. Molte persone in Vietnam continuano a soffrire per gli effetti dell’Agente Orange, 55 anni dopo il suo primo uso nel paese. Il CMP afferma la propria solidarietà con le vittime di questo attacco chimico, nella loro lotta per la giustizia e per la compensazione da parte del governo americano e dalle industrie chimiche che hanno prodotto l’Agente Orange.

32. Il CMP sostiene la risoluzione multilaterale, politica e pacifica delle dispute territoriali nel Mare Cinese del Sud, in accordo con la legge internazionale basata sulla Convenzione Onu sulla legge dei Mari (UNCLOS 1982). Ci opponiamo a qualsiasi azione unilaterale da parte delle parti coinvolte per cambiare lo stato attuale delle cose. Il CMP denuncia l’intervento militare americano in queste dispute e si oppone all’escalation militare nella regione.

33. L’Asia del Sud è diventato il punto caldo principale, con le relazioni tra India e Pakistan, entrambe potenze nucleari, che si sono deteriorate fino ad un nuovo punto minimo. Il terrorismo transfrontaliero e le frequenti rotture della linea di controllo aumentano il rischio di un conflitto armato. La crescita del fondamentalismo religioso e del settarismo aumenta ulteriormente il pericolo. Parte degli obiettivi dell’imperialismo americano è creare in Asia una versione della Nato e l’India è stata cooptata attraverso accordi militari e strategici con gli Usa, per condividere basi militari e attrezzature.

34. L’imperialismo americano sta sviluppando una forte contro-offensiva in America Latina e nei Caraibi per deporre i governi progressisti e di sinistra, come ponte per controllare i mercati e appropriarsi delle materie prime della regione. La destra continentale, subordinata all’imperialismo americano, ha intensificato le sue azioni per smantellare il processo sociale di cambiamento che avanza da oltre due decenni. La democrazia si è approfondita e allargata in molte aree, ed è cominciato il nuovo ciclo di sviluppo economico, di progresso sociale e di integrazione basata sulla solidarietà e sulla sovranità nazionale. Questo processo democratico ha fornito un’area effettiva per contribuire alla pace ed è di grande importanza che il CELAC abbia proclamato il continente “zona di pace” nel suo incontro del 2014.

35. Sottolineiamo l’eroica vittoria della Rivoluzione cubana nella sua battaglia durante oltre mezzo secolo contro l’aggressività dell’imperialismo americano, con il riconoscimento da parte degli Usa della sconfitta della propria politica contro Cuba, e con l’inizio di un processo di normalizzazione delle relazioni tra i due paesi. Il CMP supporta la lotta del popolo cubano per porre fine al criminale blocco economico, finanziario e commerciale, che è stato dichiarato obsoleto dallo stesso governo Usa, e contro l’occupazione illegale del territorio cubano da parte della base navale di Guantánamo.

36. Il CMP estende la propria piena solidarietà al popolo di Puerto Rico, nella sua lotta per l’indipendenza dagli Usa  per l’autodeterminazione. Il CMP manifesta solidarietà allo stesso modo con il popolo argentino nel proprio legittimo diritto alla sovranità sulle Isole Malvinas, Georgia e Sud Sandwich, che sono sotto il controllo britannico. È necessario avvertire che queste isole, come altri territori, sono frequentemente diventati basi militari per la Gran Bretagna e per gli Usa-Nato.

37. Un’incontestabile vittoria delle forze democratiche della regione è stata il progresso delle discussioni di pace in Colombia, tra il governo e le FARC-EP, risultato dell’eroica lotta popolare. In questo progresso, una parte chiave è stata giocata dai movimenti sociali colombiani e dalle comunità, con il supporto e la solidarietà arrivata da altre nazioni, per una soluzione politica con giustizia e dignità che il popolo di Colombia può usare per rafforzare la propria lotta.

38. Nello scenario dell’America Latina, la lotta in difesa della Rivoluzione Bolivariana del Venezuela è ancora più rilevante, a fronte delle minacce costanti di destabilizzazione e di intervento che viene dall’oligarchia locale, in collusione con gli Usa. Esprimiamo la nostra solidarietà con le forze antimperialiste del Venezuela e con la Commissione di Solidarietà Internazionale (COSI).

39. Esprimiamo anche il nostro supporto e la nostra solidarietà al popolo brasiliano e al Centro Brasiliano di Solidarietà con i Popoli e della Lotta per la Pace (CEBRAPAZ) nella loro difesa della democrazia contro gli attacchi del governo illegittimo ai diritti sociali, economici e politici, dopo il colpo di stato dell’Agosto 2016, che ha rovesciato Dilma Rousseff, che era stata rieletta con il voto di 54,5 milioni di voti dei brasiliani nel 2014.

40. Il CMP sostiene la fine della presenza militare straniera attraverso MINUSTAH ad Haiti e la sua sostituzione con un supporto umanitario civile. Il popolo di Haiti è stato determinato nella sua lotta per sormontare i ripetuti disastri naturali che hanno distrutto molte delle infrastrutture del paese, con il supporto internazionale, e anche nel consolidare le proprie istituzioni basate sulla sovranità nazionale. Il CMP sostiene la giusta RICHIESTA del popolo di Haiti per l’indennizzo, in dollari attuali, delle riparazioni pagate alla Francia in “cambio” dell’indipendenza di Haiti.

41. Il Consiglio Mondiale della Pace esprime la propria solidarietà ai popoli latinoamericani e caraibici nella loro lotta per una società di giustizia e libertà. È una lotta nella quale i popoli, le loro organizzazioni politiche e sociali, e i governi che difendono gli interessi popolari fronteggiano le più possenti forze del mondo.

42. Nell’Artico, i paesi circumpolari – inclusi gli Usa, il Canada, la Russia, la Svezia, la Norvegia, la Finlandia e la Danimarca – partecipano a una corsa militare, che contribuisce all’aumento delle tensioni globali. Questi sviluppi minacciano anche il fragile e delicato ambiente naturale dell’Artico, così come le comunità indigene presenti.

43. In tutto il mondo il colonialismo e il genocidio contro i popoli indigeni continua. Questo è strettamente legato alla corsa per maggiori profitti, in particolare delle industrie estrattive, e la corsa imperialista al controllo di più estesi territori. Allo stesso tempo, si è dato avvio a un numero crescente di lotte in tutto il mondo per la pace, i diritti umani e la giustizia ambientale che sono condotte dai popoli indigeni. In base al nostro impegno di lunga durata nelle lotte anti-coloniali, il Consiglio Mondiale per la Pace esprime profonda solidarietà con le lotte dei popoli indigeni nel mondo, per i loro diritti culturali, nazionali, territoriali, politici ed economici.

Militarizzazione e Nato

44. Cercando di assicurarsi il dominio sul mondo, gli Usa mantengono 865 basi militari in circa 130 paesi, dove stazionano 350’000 soldati equipaggiati con gli armamenti più sofisticati, aerei da guerra, missili e navi da guerra. Rappresenta il 95% di tutte le basi militari nel mondo, e include tutte la basi Usa in tutti i continenti e le regioni.

45. Oltre a mantenere basi in tutto il mondo, gli Usa cercano di dominare i mari e gli oceani attraverso sette potenti flotte navali e il controllo dello spazio esterno e di quello cibernetico attraverso un’infinità di satelliti, di sistemi spionistici, di radar e di stazioni di sorveglianza e di reti di comunicazione.

46. L’estensione della Nato è un altro dei temi più pressanti della nostra agenda. La sua potente organizzazione militare, sotto il dominio Usa, raccoglie 28 stati membri del Nord America e dell’Europa e mantiene diversi accordi con dozzine di paesi in tutti i continenti. Dal 1991, la Nato  è aumentata di numero e ha allargato il suo schema e la sua area di operazioni, cosa che rivela il suo obiettivo fondamentale di essere il primo strumento di dominazione del mondo. La Nato è il nemico della pace e dei popoli. Dalla sua fondazione nel 1949 è sempre stata pronta a intervenire in quanto alleanza militare ed offensiva. L’espansione della Nato e le sue provocazioni sono direttamente responsabili della destabilizzazione, delle tensioni, della violenza e della guerra.

47. Nel suo Summit a Varsavia nel 2016, la Nato ha dichiarato ufficialmente e pubblicamente, con l’accordo dei suoi stati membri, che manterrà il diritto e la capacità per assestare un primo colpo nucleare.

48. La lotta contro la Nato è parte di una piattaforma nella quale si mobilitano i popoli e le organizzazioni politiche e sociali che chiedono la pace, la giustizia sociale e il progresso. Ciò include la promozione della lotta dei popoli e dei movimenti di pace per lo scioglimento della Nato e per la lotta per il ritiro di ogni popolo di ciascun paese Nato di uscire da questa alleanza criminale. Questa è una delle principali lotte del Consiglio Mondiale della Pace.

49. Le potenze egemoni minacciano anche la vita sul pianeta con le loro armi nucleari e con altre armi di distruzione di massa installate nelle basi militari del sistema Usa-Nato. È indispensabile promuovere la lotta per l’abolizione di queste armi e per la fine delle basi militari.

50. L’abolizione delle armi nucleari è più urgente che mai, se vogliamo evitare una catastrofe umana come quella sperimentata dal popolo giapponese ad Hiroshima e Nagasaki, 71 anni fa, o di proporzioni maggiori. Lo stock globale di testate nucleari è di oltre 13’000, e nuovi sviluppi nella tecnologia di armi nucleari e dei meccanismi di invio stanno portando a una proliferazione. La stessa sopravvivenza dell’umanità è minacciata. 1’800 di queste è ancora in Massima Allerta, e sono una minaccia alla stessa sopravvivenza dell’umanità.

51. Uno dei più importanti eventi recenti in opposizione a questa tendenza è rappresentato dall’adozione da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU della risoluzione intitolata “Per l’avvio di negoziati multilaterali per il disarmo nucleare” allo scopo di iniziare un negoziato con strumenti giuridicamente vincolanti per la proibizione delle armi nucleari che conducano alla loro totale eliminazione. Questo è stato un riflesso della mobilitazione dell’opinione pubblica internazionale e dei movimenti che chiedono un totale divieto delle armi nucleari e sforzi governativi da parte degli stati non nucleari.

52. D’altra parte, la Conferenza per la Revisione dei Trattati di non Proliferazione è finita con un altro fiasco, non riuscendo ad adottare un documento finale a causa dell’opposizione degli Usa, del Regno Unito e del Canada. Questi paesi hanno seguito la volontà di Israele, che si opponeva alla convocazione di una conferenza sul Medio Oriente come zona libera da armi nucleari e da altre armi di distruzione di massa.

Appello all’Unità nella Lotta per la Pace

53. Il Consiglio Mondiale per la Pace conclude la sua assemblea 2016 a São Luís convinto della propria crescente forza come organizzazione antimperialista che è capace di unire ampie forze nella lotta per la pace e in solidarietà con i popoli. Questa convinzione è basata sulla ricca gamma di attività che il CMP ha intrapreso e realizzato. Dall’assemblea del 2012 in Nepal, il CMP ha promosso e sviluppato campagne e azioni globali in tutte le regioni del mondo, ha mobilitato forze sociali contro gli interventi militari in paesi sovrani, colpi di stato, militarizzazione e contro le armi nucleari. Una dettagliata rassegna di queste attività è la base per l’ulteriore rafforzamento del CMP.

54. Gli Usa, la Nato e le grandi potenze dell’Unione Europea e i loro alleati, nella loro ambizione di dominare il mondo, sono grandi pericoli contro la pace e contro i popoli in tutto il pianeta. L’ordine mondiale che le potenze egemoniche stanno cercando di imporre al pianeta attraverso minacce ed aggressione non potranno avere successo.

55. Oggi, con le armi esistenti, una nuova guerra di proporzioni uguali alle grandi guerre mondiali che hanno marcato il 20° secolo significherebbe la distruzione dell’umanità come la conosciamo. È urgente difendere i principi quali il diritto dei popoli all’autodeterminazione, alla sovranità nazionale e all’indipendenza, alla non interferenza negli affari interni degli stati, alla soluzione pacifica dei conflitti internazionali, la fine di tutte le forme di oppressione nazionale, al disarmo, alla dissoluzione dei blocchi politici-militari, alla cooperazione tra i popoli e i paesi per un nuovo ordine mondiale di pace, l’emancipazione e per il progresso umano.

56. L’implacabile spinta del capitalismo globale ai profitti comporta la distruzione dell’ambiente naturale, attraverso l’esaurimento delle risorse, l’inquinamento della terra e dell’acqua, il cambiamento climatico mondiale. Questa distruzione indiscriminata rovina le vite di milioni di persone, obbliga milioni di persone a spostarsi in giro per il mondo, e minaccia la sopravvivenza dell’intera razza umana. La dimensione delle crisi ambientali è stata causata dalle attività economiche dei paesi più ricchi, che rifiutano di portare la propria piena parte di responsabilità.

57. I popoli si sono mobilitati in difesa dei propri diritti e della propria sovranità. Noi non ci arrenderemo all’imposizione di qualsiasi agenda imperialista di oppressione nazionale e di sfruttamento, noi continueremo a resistere e a rifiutare gli strumenti di guerra e dominazione, come la Nato, le armi nucleari e le basi militari, le flotte e le esercitazioni in tutto il mondo.

58. Il rafforzamento del CMP è un compito chiave per rafforzare la solidarietà tra i popoli. La nostra alleanza e la convergenza tra i movimenti membri e tra le organizzazioni amiche sono essenziali per promuovere la nostra lotta unitaria per la pace, la giustizia, la sovranità popolare e nazionale, per il progresso comune, e per un mondo libero da occupazioni, oppressione, colonialismo, sfruttamento, imperialismo e guerra. Questo è ciò per cui dobbiamo continuare a lavorare e per cui continueremo a lavorare.

59. Lo spirito dei nostri tempi è l’affermazione della volontà popolare di prendere il proprio destino nelle proprie mani. Lo sviluppo della lotta per la pace, la democrazia, la giustizia è una tendenza inesorabile. Qualsiasi cosa che contraddica questa tendenza è una manifestazione di intolleranza ed oppressione, di imposizione della forza sul diritto, di potenza militare ed imperialista, di intervento e di guerra sulla volontà sovrana dei popoli, e merita la condanna da parte di tutti i democratici ed amanti della pace.

60. Il CMP è chiamato a giocare un ruolo importante in questa lotta e nel rafforzamento di questa tendenza di progresso. Sin dalla sua fondazione, è un’organizzazione internazionale che promuove la larga convergenza di tutte le lotte contro la guerra, le armi nucleari, la militarizzazione, l’imperialismo e le violazioni dei diritti dei popoli e delle nazioni. Siamo fiduciosi che l’Assemblea del 2016 a São Luís, Brasile, rappresenti un altro passo in avanti e dia impulso al rafforzamento del CMP e del movimento per la pace intero.

61. È con queste convinzioni che i delegati all’Assemblea di São Luís e le organizzazioni nazionali  che fanno parte del CMP sono determinati a formulare risoluzioni e mozioni che spingano in avanti l’unità più larga nelle azioni per la pace, la democrazia, la giustizia sociale, la solidarietà tra i popoli. In questo modo, rafforzeremo la solidarietà dei popoli nella lotta per la pace, contro l’imperialismo!

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