di Dario Ortolano
Può capitare, nella visita al recente Salone del Libro di Torino, di imbattersi in un libro che, alle nostre latitudini geopolitiche, non tenga il campo dei primati dei principali commentatori politici, ma che, per noi comunisti e per tutti coloro che aspirano ad ” un mondo diverso “, può essere di estremo interesse.

Si tratta di ” La mia Russia “, un’antologia di scritti di Gennadij Andreevic Zjuganov, Presidente del Partito Comunista della Federazione Russa. Come afferma, nella introduzione del testo, Marco Costa, dottore in Filosofia, presso l’Università di Studi di Genova, il Partito Comunista della Federazione Russa, dopo lo scioglimento dell’URSS, divenne rapidamente il più grande partito russo, con 500.000 membri e Gennadij Zjuganov, eletto leader del Partito, dal Secondo Congresso straordinario fino ad oggi.
Dopo il clamoroso successo, nelle elezioni legislative del 1995, in cui ottenne il 23,3% del voto popolare, divenendo, appunto, prima forza politica del Paese, il PCFR si affermò quale principale forza di opposizione al Presidente Boris Eltsin, nelle elezioni presidenziali del 1996, nell’affrontare le quali, Zjuganov organizzò il Blocco Popolare Patriottico, ovvero un cartello di forze socialiste, comuniste e nazionaliste, al fine di allargare il consenso attorno alla sua candidatura, ottenendo il 40,3% dei voti validamente espressi, al secondo turno. I principali punti programmatici di questo grande partito, sono stati riformulati, nel corso dei lavori del suo XIII Congresso, nel 2008, durante i quali, il PCFR ha dichiarato che il suo scopo principale, i suoi valori ultimi, sono la difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e la difesa degli interessi nazionali. Secondo il programma, l’obbiettivo strategico del Partito è quello di costruire, in Russia, una ” visione rinnovata del socialismo, il socialismo del XXI Secolo “, che si realizzi attraverso il raggiungimento del potere popolare, inteso come democrazia di rappresentanza dei lavoratori e delle lavoratrici ( Soviet ), con la costituzione di una coalizione, guidata dal Partito, che proceda, certamente, alla rinazionalizzazione dei settori economico-produttivi strategici, ma preveda la permanenza dei piccoli produttori, organizzati in modo da fornire loro una adeguata protezione ” dal programma di rapina perseguito dai grandi affaristi, dai burocrati, dai gruppi mafiosi e dagli oligarchi “.
Si prevede, inoltre, di riformare la gestione delle imprese, attraverso la creazione di consigli, ai vari livelli, per ritrasformare la Russia, in una Repubblica Socialista. Zjuganov, ha anche espresso, in più circostanze, il parere che i comunisti russi, al fine di costruire il socialismo nel loro Paese, dovrebbero imparare dai compagni cinesi e dagli straordinari successi della Repubblica Popolare Cinese, nella edificazione economica e sociale. Per quanto riguarda le relazioni internazionali, con gli altri partiti comunisti, il PCFR aderisce attivamente all’International Meeting of Communist and Workers Parties ( IMCWP ), mentre è anche federato con i partiti comunisti delle Repubbliche ex-sovietiche, che formano l’organizzazione denominata Unione dei Partiti Comunisti – Partito Comunista della Unione Sovietica, di cui lo stesso Zjuganov è Presidente. Date queste premesse programmatiche, risulta abbastanza conseguente la posizione assunta da Zjuganov e dal suo Partito, relativamente agli ultimi sviluppi della situazione ucraina, che ha visto il Presidente del PCFR, impegnato in molteplici manifestazioni di supporto alla Novorossija ( area che comprende le Repubbliche popolari del Donbass) su posizioni ben più avanzate di quelle di Putin, che hanno concorso, l’anno scorso, al raggiungimento dell’obbiettivo del loro inserimento, tramite referendum popolare, nella Federazione Russa, tenendo conto del fatto che, tutte le maggiori industrie di alta tecnologia, in Ucraina, non solo delle regioni di Donetsk e Lugansk, ma anche di Kharkov, Dnpropetrovak, Zaporoz’e ed altre ancora, vennero costruite durante l’era sovietica, grazie alle spese dell’Unione, delle quali il 70% provenivano dalla Russia, ossia dal popolo russo. Dall’antologia che raccoglie i più significativi scritti di Zjuganov, a partire dagli anni ’90 del secolo scorso, emergono i contenuti più importanti e significativi della elaborazione ideologica, politica e culturale dei comunisti russi, a partire dall’evento che lo stesso attuale Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha definito ” la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo “, cioè la dissoluzione dell’ Unione Sovietica.
C’è una frase, di Gennadij Zjuganov, successiva a quei terribili anni, che racchiude in sé, il significato profondo degli stessi compiti attuali, di fronte al drammatico presente:
” Si tratta di una questione di vita o di morte, del nostro Stato. Di primaria importanza, oggi, è la nostra lotta per la liberazione nazionale. Oggi, due parti si affrontano in Russia: il partito di ” questo Paese ” ed il partito di ” il nostro Paese “. Non perdiamo tempo a dibattere. Agiamo, mentre il nostro futuro è ancora nelle nostre mani !!! “.
I comunisti italiani, che, nella loro storia, hanno sempre combattuto per la libertà, sovranità, ed indipendenza nazionale del proprio Paese e dei paesi e popoli del mondo intero, fanno propria questa impegnativa affermazione del Presidente del Partito Comunista della Federazione Russa, lasciando ad altri l’ignobile e vergognoso ruolo di servi dell’imperialismo USA ed UE che muove, con una nuova guerra di aggressione, tramite la NATO, utilizzando il fascismo ucraino, contro la libertà, sovranità ed indipendenza nazionale della Federazione Russa !!!
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