di Marica Guazzora Segretaria Sezione Ibarruri
L’8 marzo è passato, la mimosa è sfiorita ma le donne continuano ad essere in prima fila, nelle lotte in Italia e nel mondo. Noi sappiamo bene che la crisi pesa maggiormente sulle nostre spalle, noi siamo le prime ad essere espulse dal mondo del lavoro, siamo noi a dover tirare la fine del mese facendo quadrare il bilancio di famiglia anche se non ci sono i soldi, siamo noi a doverci prendere cura dei bambini e degli anziani sostituendoci ai servizi che avevamo conquistato con le lotte e che ci stanno via via togliendo, siamo noi a dover decidere se possiamo permetterci il lusso di mettere al mondo un figlio e siamo ancora noi a subire maggiormente la violenza maschile.
La violenza non nasce da sola, qualcuno la crea, a qualcuno fa comodo e noi dobbiamo trovare il modo di fermarla. Basta con i basta.Ne abbiamo detti e scritti fin troppi.
Vogliamo innanzitutto la pace,e mettendo in campo la nostra cultura della pace contro la cultura della guerra che siamo consapevoli che la guerra è imperialista, la guerra è Nato, la guerra è a marchio Usa. Ce lo stanno dimostrando le grandi manifestazioni dell’America Latina, il golpe in Brasile, l’attacco ai Brics.
Chiediamo come primo diritto il lavoro, il tentativo di jobs act in Francia fa tremare le vene ai polsi ai governanti, qui non abbiamo fatto tremare niente di niente e viviamo di vaucher. Vogliamo l’avvio di una riconversione ecologica, di nuovi rapporti con l’organizzazione dei servizi, cura, assistenza, qualità dello sviluppo, più scuola pubblica e meno “buonascuola”. E vogliamo un sindacato all’altezza di questo nome.
Ci vorrebbe ben altro per governare questo paese che quei robot che al posto del cuore hanno una banca e ragionano emettendo un twitter. Alla loro scuola crescono i ragazzi che usano la violenza come diversivo alla noia del quotidiano, che picchiano il nero, bruciano il barbone e anche la propria ex fidanzata.
Attente donne! Non ci siamo bevute il cervello su facebook. Non ancora.