Dichiarazione del Partito Comunista di Israele
da solidnet.org
Traduzione di Marx21.it
Il Partito Comunista di Israele (CPI) condanna fermamente i crimini dell’occupazione israeliana contro i manifestanti palestinesi disarmati, nel corso della Marcia per il Ritorno a Gaza: crimini che hanno ucciso più di 50 persone, compresi i bambini e le persone disabili. Questo terribile massacro non fermerà la lotta del popolo palestinese per la sua libertà, una lotta che è in corso da 70 anni.
Il CPI denuncia l’apertura ufficiale dell’ambasciata USA a Gerusalemme: è un passo provocatorio, non condiviso dalla maggioranza delle nazioni, come pure dal popolo palestinese e da tutti gli amanti della pace a livello nazionale e internazionale.
Questo passo, insieme al ritiro unilaterale degli Stati Uniti dal trattato nucleare con l’Iran, esprime la direzione impressa dal patto tra i regimi di Trump-Netanyahu-reazionari del Golfo, che cerca di confondere la vera natura del conflitto, descrivendola non come una lotta contro l’occupazione israeliana e l’egemonia statunitense, ma come un conflitto religioso, allo scopo di nascondere la questione palestinese.
Il CPI fa appello a un’ampia mobilitazione e alla partecipazione alle iniziative organizzate dal High Follow-Up Committee for the Palestinian Population in Israel nei villaggi e nelle città arabe, alla mobilitazione di massa dei suoi militanti nelle azioni organizzate nel paese dal CPI, da Hadash e dalla YCLI (la gioventù comunista).
Il Partito Comunista di Israele invita anche tutte le forze della pace a Tel Aviv e a Gerusalemme Ovest a protestare contro questi crimini di guerra e per ottenere una Pace Giusta che porti principalmente all’istituzione di uno Stato Palestinese entro i confini del 1967 e Gerusalemme Est come sua Capitale.
Il CPI invita inoltre tutti i partiti fratelli, le forze di sinistra e progressiste a rafforzare la solidarietà con il popolo palestinese contro l’occupazione israeliana e i suoi crimini, e a respingere completamente le politiche statunitensi che stanno spingendo l’intera regione verso l’abisso.
La barbarie di Gaza nell’indifferenza. Morire per esistere.
A chi lo dobbiamo dire? A chi dovremmo gridare il nostro sdegno e la nostra incredulità di fronte a quello che sta accadendo ai Palestinesi, dove un popolo provato e derubato dei più elementari diritti deve sottoporsi a un massacro sistemetico per dimostrare al mondo la propria esistenza?
Gaza dove prevale la negazione della ragione o la mostruosa esibizione di una religiosità distorta.
Cosa sperano i dirigenti isaraeliani quando le tv e i media compiacenti spegneranno i riflettori sulla scena del massacro, che il mondo dimentichi?
E colpiscono affermazioni come quella della portavoce del ministero degli esteri israeliano che rispondendo alla domanda di un giornalista sulla ragione di tutte quelle morti di persone disarmate, ha risposto :
” non abbiamo carceri grandi a sufficienza ”
Si rimane senza parole dinanzi a tanto cinismo, crudeltà d’animo. Ma qualcuno spero, prima o poi pagherà per tanta ingiusta ferocia.
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Il mondo ha combattuto il nazismo. Combattiamo il sionismo che è suo figlio
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