
Il padre – un sindacalista socialista che faceva il deviatore alle Ferrovie e che, durante la dittatura, era stato perseguitato dai fascisti – aveva voluto che la figlia Leonilde – per tutti Nilde – studiasse. La ragazza si era così laureata (in Lettere e Filosofia, all’Università Cattolica di Milano) e, per alcuni anni, aveva insegnato all’Istituto tecnico industriale di Reggio Emilia. Dopo l’8 settembre 1943, per Nilde Iotti l’impegno che l’avrebbe accompagnata tutta la vita: la giovane insegnante era, infatti, entrata nelle file della Resistenza operando nei “Gruppi di difesa della donna” che, anche nella provincia di Reggio, hanno dato un grande contributo alla lotta contro i nazifascisti. Dopo la Liberazione, la Iotti è segretaria dell’UDI a Reggio E., nel ’46 viene eletta al Consiglio Comunale come indipendente nelle liste del PCI e, dopo aver maturato la propria iscrizione al partito, il 2 giugno dello stesso anno è eletta all’Assemblea costituente. Nel PCI entra a far parte degli organismi dirigenti nazionali e, nel 1948, è eletta per la prima volta alla Camera dei deputati. È riconfermata per le successive legislature e il 29 giugno 1979 è eletta (al primo scrutinio e prima donna nella storia parlamentare italiana), Presidente della Camera. Per tredici anni Nilde Iotti ha ricoperto con grande prestigio quell’incarico, sino a che, il 18 novembre 1999, già gravemente malata, si era dimessa tra l’applauso unanime e ammirato dell’intero schieramento parlamentare. Sin dalla Resistenza, la Iotti è stata protagonista delle battaglie in difesa delle donne. Nel 1955 era stata la prima firmataria di una proposta di legge per istituire una pensione e un’assicurazione per le casalinghe. Nel 1974 aveva partecipato attivamente alla battaglia referendaria in difesa del divorzio. L’anno dopo promosse la legge sul diritto di famiglia. Nel 1978 contribuì a far approvare la legge sull’aborto. E così sino a che la malattia non la costrinse a dimettersi. Al nome di Nilde Iotti – che per diciotto anni fu la compagna di Palmiro Togliatti – sono intitolati, in molte parti d’Italia asili, organizzazioni giovanili, ecc.
tratto da ilviaggiodellacostituzione.it
La storia narra che l’amore tra Nilde Iotti e Palmiro Togliatti sia nato in un ascensore. Palmiro Togliatti la vede con indosso un vestito a fiorellini con un colletto bianco di pizzo e chiede subito al cronista dell’Unità che lo accompagna, Emanuele Rocco, chi sia quella deputata: “Si chiama Nilde Iotti, è di Reggio Emilia”. Più avanti galeotta sarà una leggera carezza di Togliatti alla sua chioma mentre scendono lo scalone di Montecitorio: seguono poi delle appassionate conversazioni sui poemi cavallereschi di Ariosto e di Boiardo, qualche incontro clandestino e infine l’amore. Togliatti avverte una «vertigine davanti a un abisso», la Iotti sente «sgomento per questo immenso mistero d’amore che mi dà le vertigini» (come rivelato nel carteggio tra i due, pubblicato nella biografia “Nilde Iotti. Una storia politica al femminile” di Luisa Lama)……
…..”Per tutta la vita, l’animo di Nilde Iotti è stato attraversato da un conflitto di rara intensità emotiva: una lotta senza quartiere condotta contro tutto e contro tutti affinché le passioni della mente coincidessero con quelle del cuore. Per questo, la “Madre della Repubblica” è sempre stata considerata una donna scomoda. Una donna che non ebbe paura di sfidare la morale comune né il compassato Partito Comunista Italiano pur di affrontare alla luce del sole la sua storia d’amore con Palmiro Togliatti. E persino nel corso dei suoi tredici anni da Presidente della Camera, la giovane staffetta partigiana educata dalle Orsoline non mancò di scontrarsi con esponenti interni al suo stesso schieramento. Eppure ancora oggi, Nilde Iotti è ricordata come un insuperabile esempio di emancipazione femminile e di sincero attaccamento alle istituzioni democratiche, senz’altro la donna più rappresentativa di tutta la politica italiana del Novecento”