di José Gabriel Martínez (traduzione di internet)
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Cuba ha ricordato l’11 gennaio Celia Sánchez, eroina delle lotte clandestine e guerrigliere contro la dittatura di Fulgencio Batista e protagonista dell’azione iniziata con il trionfo rivoluzionario del 1 gennaio 1959. A 36 anni dalla sua morte, i cubani in tutto il paese hanno partecipato ad atti di omaggio a colei che, per merito, raccogliendo grandi qualità di una donna rivoluzionaria, vinse la qualifica di “il fiore più nativo della Rivoluzione”.
Così, nella sua nativa Media Luna, nella provincia orientale di Granma, i rappresentanti di diverse organizzazioni sociali si sono radunati al Museo Casa Natal Celia Sánchez e hanno depositato offerte floreali nel complesso scultoreo eretto in sua memoria per rendere omaggio.
Allo stesso modo le Granmense hanno svolto diverse attività come incontri letterari e sottoscrizioni alla Federazione delle donne cubane (FMC) e all’Unione dei giovani comunisti (UJC).
Il giorno prima, a Manzanillo e Bayamo, capoluogo di provincia, è stato presentato il documentario “Celia, il fiore più bello”, definito come un approccio fedele alla vita e all’azione di una delle figure più eccellenti della storia nazionale.
Prodotto da Mundo Latino e un giorno dopo trasmesso dalla televisione nazionale, il lavoro ebbe un’eccellente accoglienza.
Tra i suoi meriti principali, secondo i criteri della maggioranza, c’è il fatto che riesce ad avvicinarsi non solo all’eroina con ampi valori etici e morali, ma anche alla donna con la propria vita, un vantaggio a cui spesso non si accede data l’ampiezza del suo lavoro rivoluzionario.
Oltre a Granma, gli omaggi a Celia sono avvenuti a Santiago de Cuba e all’Avana, province in cui ha lasciato il segno.
Nel primo, un’offerta floreale è stata collocata nel busto che lo onora, nel complesso tessile che porta il suo nome, mentre è stato sottolineato che corrisponde al merito di essere stata la prima guerriglia della Sierra Maestra.
Il membro della segreteria della FMC nella provincia, Sunilda Montes de Oca, partecipante all’evento, ha sottolineato il lavoro di Celia nel mantenere i legami dei guerriglieri del Movimento del 26 luglio, di cui è stata fondatrice, con i suoi combattenti clandestini dalla città di Santiago come Haydeé Santamaría, Vilma Espín e Frank País.
Inoltre, il funzionario ha sottolineato tra le qualità che hanno maggiormente distinto l’eroina la sua costante ed eterna fedeltà al leader storico della Rivoluzione, Fidel Castro, e al processo iniziato nel 1959, a cui ha dedicato tutto il suo tempo fino alla sua morte nel 1980.
A L’Avana, la FMC era anche l’istituzione organizzatrice del ricordo centrale della figura di Celia. L’evocazione ha avuto luogo presso il monumento che lo richiama nel complesso ricreativo naturale del Parco Lenin, di cui è stato il principale driver.
Lì Teresa Amarelle, membro del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e segretario generale dell’FMC, ha sottolineato la portata del suo lavoro e i suoi valori, che costituiscono paradigmi per tutti i cubani, in particolare per ragazze, adolescenti, giovani e donne.
Nata nel maggio 1920, Celia Sánchez visse 20 anni nella sua nativa Media Luna e dal 1940 al 1956 visse a Pilón, dove iniziò il suo lavoro di fronte alla dittatura dopo il colpo di stato di Batista nel 1952 e, poco dopo, si unì alla popolare insurrezione guidata da Fidel Castro.
Nel 1956 ebbe un ruolo di primo piano nell’organizzazione di una rete di supporto per i spedizionieri dello yacht Granma e, nel 1957, divenne la prima donna inserita nei ranghi dell’esercito ribelle nella Sierra Maestra.
La sua morte ha causato un grande rimpianto nei cubani, che non hanno mai mancato di ricordarla per il suo umanesimo, la modestia, l’amore per la natura e il supporto continuo per strati più umili della società.