di Dario Ortolano Segretario Federazione PCI Torino
A luglio, per la prima volta da quattro mesi, il tasso di occupazione su base mensile è salito dello 0,4%, con un saldo positivo di 85.000 persone, quasi tutte donne.Il tasso di disoccupazione, invece, sempre nel mese di luglio, è salito al 9,7%, mentre, ad agosto, l’indice di fiducia, delle piccole e medie imprese, è salito, nel nostro Paese, al 53,1%, il più alto fra i grandi Paesi europei.Segnali congiunturali contraddittori, che derivano dal fatto che il sistema economico è ” sostenuto ” da sussidi di varia natura e dal blocco dei licenziamenti. Come sappiamo, il governo italiano punta sul Recovery Fund, per sostenere domanda interna, spesa pubblica ed investimenti, con 209 miliardi di prestiti e dotazioni a fondo perduto, ma, ieri, da Bruxelles, il Commissario UE all’Economia, Paolo Gentiloni, ha sollecitato il governo italiano a muoversi rapidamente, per avere quei soldi, oppure attingere alla disponibilità del Fondo salva Stati ( Mes ), per un più rapido sostegno della UE, per ottenere i quali, si continua ad affermare l’assenza di ” condizionalità “, salvo il fatto, confermato, che i soldi vengano usati ” per le riforme “, che vengono definite, chissà perché ” impopolari ” e, quindi, di difficile attuazione.E perché mai, ” riforme ” su temi quali, ” ambiente, sostenibilità sociale ed innovazione ” come pattuiti, dai 27 membri della UE, con l’accordo di luglio, dovrebbero essere così ” impopolari “, se ruotassero attorno ai fondamentali bisogni, al centro di un necessario Nuovo Modello di Sviluppo economico e sociale, a livello continentale ??!!Perché di ciò non si tratta, bensì della continuazione, sotto nuove e paludate sembianze, delle ” antiche ” politiche antipopolari e filopadronali, che, dall’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, hanno promosso il più grande e terribile travaso di ricchezza al grande capitale monopolistico, dai redditi della classe operaia, dei lavoratori dipendenti ed autonomi, e di tutti gli sfruttati dal capitalismo e dall’imperialismo. Di ciò si tratta, e non di altro, nelle attuali condizioni della più grave e profonda recessione, che abbia colpito l’Europa ed il mondo intero, dagli anni ’30 del secolo scorso ad oggi.Ecco perché, come sempre, le ” parole “, vengono ad assumere il loro significato concreto, quando si tramutano in esplicita operatività quotidiana. Facciamo alcuni esempi:
1) Ambiente. Forse che la UE, intende promuovere consistenti investimenti pubblici, finalizzati alla creazione di Un Nuovo Modello di Sviluppo economico e sociale, sostenibile ed ecocompatibile, perché fondato sull’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e, perciò, in grado di aggredire le cause fondamentali dell’inquinamento ambientale, che sta alla base delle mutazioni climatiche che stanno portando il Pianeta verso la propria autodistruzione ??!! Assolutamente no. La UE intende, invece, continuare a promuovere la solita politica di incentivi, sgravi, contributivi e fiscali, e dotazioni di fondi alle imprese, per sostenerne la maggiore ” produttività “, per lo più ottenuta, con la estensione della fascia oraria di lavoro e con la intensificazione delle prestazioni lavorative, su base oraria, cioè con l’aumento dello sfruttamento capitalistico del lavoro umano, anche ” ambientalmente ” motivato.
2) Sostenibilità sociale. Forse che la UE, sotto tale attraente definizione, intende promuovere una nuova politica economica e sociale, promotrice di nuovi ed adeguati salari, stipendi e pensioni, nonché di una immediata e progressiva riduzione del prelievo fiscale sui redditi da lavoro dipendente ed autonomo e finanziamenti alle piccole imprese, per inserirle positivamente nella Pianificazione nazionale dello Sviluppo economico e sociale di ogni singolo Paese e del Continente europeo ??!!Assolutamente no. La UE, continuerà a perseguire la politica della ” flessibilità ” dell’utilizzo della forza-lavoro, perseguita finora, che ha prodotto la più massiccia ed estesa ” precarizzazione ” del lavoro stesso, che la storia della civiltà moderna abbia mai visto, con la eventuale fissazione di criteri di ” ammortizzazione sociale ” dei costi.
3) Innovazione. Forse che la UE intende promuovere una generalizzata politica di innovazione tecnologica, applicata al lavoro ed alla produzione, volta alla possibile riduzione del tempo di lavoro, come conseguenza dell’ aumento della produttività del lavoro, così conseguita ??!! Assolutamente no. Anche in questo caso, innovazione di processo e di prodotto, andranno sempre, inesorabilmente, a vantaggio del capitale contro il lavoro.Ecco perché, l’alternativa politica, economica, sociale e culturale, di cui sono promotori i comunisti, è contro e fuori dalla UE e dalla NATO e da ogni altra alleanza Internazionale di tipo capitalista ed imperialista e da ogni condizionamento del Fondo Monetario Internazionale e dei mercati finanziari internazionali.
Contro il capitalismo, l’imperialismo, per il socialismo !!!
