Ernesto Che Guevara

di Dario Ortolano

Ernesto ” Che ” Guevara venne assassinato, dopo essere caduto prigioniero, in combattimento, il 9 ottobre 1967, presso la località di La Higuera, in Bolivia, dalle truppe dell’esercito boliviano, su ordine del presidente Barrientos e della CIA.Con l’avvicinarsi dell’anniversario di tale terribile data, vogliamo rendere omaggio alla figura di un grande rivoluzionario, ripercorrendone i capisaldi del pensiero politico.Va detto, innanzitutto, che Ernesto ” Che ” Guevara raggiunge la maturità del suo pensiero politico, negli anni ’50 del secolo scorso, quando il movimento comunista Internazionale, dopo lo straordinario aumento della sua influenza e del suo prestigio politico, in seguito al contributo determinante dato alla vittoria, nella seconda guerra mondiale, contro il nazifascismo, inizia a subire l’influenza di quello che verrà poi chiamato ” revisionismo moderno ” e che ha come punto di avvio, il XX Congresso del Pcus, nel 1956.Reso famoso dal ” Rapporto segreto ” di Cruscev, con la sua clamorosa operazione di demolizione dell’opera e della figura di Stalin, tale Congresso costituì uno ” spartiacque ” nella storia del movimento comunista Internazionale, segnando una tappa decisiva della affermazione, al proprio interno, del revisionismo politico ed ideologico. Ciò avvenne, prevalentemente, in politica estera, attraverso la sostituzione, da parte dell’URSS stessa, della lotta antimperialista con la politica della ” coesistenza pacifica ” fra Stati a diverso ordinamento socio-economico, e con la adozione, in ogni singolo Paese, della strategia della ” via parlamentare e pacifica al socialismo “.Successivamente, tale ” svolta “, avrebbe portato, in URSS, alle ” riforme “, degli anni sessanta e settanta, fondate su misure che avrebbero stabilito la dipendenza dei rapporti di produzione, dalle leggi, giudicate ” oggettive “, del mercato, e l’autonomia finanziaria delle imprese, sulla base della priorità del profitto e non della utilità sociale, ed il prevalere della competitività e dell’interesse aziendale, che avrebbero, progressivamente, minato la solidità e lo sviluppo del sistema socialista, fino all’esito finale della dissoluzione dell’URSS e del campo socialista.L’azione politica e l’opera teorica di Ernesto ” Che ” Guevara, è chiamata a confrontarsi con l’avvio di tale processo storico-politico, fin da subito, a partire dalla vittoria della Rivoluzione cubana e dell’avvio della costruzione della società socialista. Infatti, in uno dei primi ” discorsi televisivi ” trasmessi dalla TV di Cuba, sul tema del rapporto fra ” Sovranità politica, ed indipendenza economica “, del 20 marzo 1960, egli afferma :” La parola d’ordine, in questo momento, è la Pianificazione. Dobbiamo fare uno sforzo per elaborare un piano che ci permetta di programmare il futuro.La sovranità nazionale significa, prima di tutto, che ogni Paese ha il diritto di esigere che nessuno intervenga nella sua vita, il diritto di ogni popolo all’autogoverno, a scegliere il modo di vita che più gli si addice…Ma tutti questi concetti, di sovranità politica e nazionale, sono fittizi se non c’è, accanto ad essi, l’indipendenza economica; se non c’è economia propria, se si è dominati dal capitale straniero, non si può essere liberi dalla tutela del Paese dal quale si dipende, e tanto meno, si può fare la volontà del proprio Paese, se questa urta contro i grandi interessi della nazione che lo domina economicamente.”E, relativamente agli accordi economici con l’ URSS, afferma:” C’è chi dice che l’Unione Sovietica li fa per disturbare gli Stati Uniti. Noi siamo disposti ad ammettere che è vero…ma intanto ci vende il petrolio e ci compra lo zucchero, a condizioni per noi convenienti…le intenzioni che l’URSS ha o non ha, non ci interessano. Noi, innanzitutto, vendiamo i nostri prodotti e non sovranità nazionale, come facevano prima “.Ed ancora, sul rapporto fra individuo e collettività, rivolto agli studenti di medicina ed ai lavoratori della sanità ( 20 agosto 1960 ): ” Come per tutti i compiti rivoluzionari, è necessario, sostanzialmente, l’individuo. La rivoluzione non è, come alcuni vorrebbero, una standardizzazione della volontà collettiva, ma è, al contrario, liberatrice della capacità individuale dell’uomo “.Relativamente alle modalità della conquista del potere politico, il pensiero del ” Che ” è, nello stesso tempo, articolato e chiaro :” Quando sentiamo parlare di presa del potere per via elettorale, la nostra domanda è sempre la stessa: se un movimento popolare giungesse al governo di un paese, spinto da una grande votazione popolare e decidesse, di conseguenza, di dare inizio alle grandi trasformazioni sociali previste dal programma in base al quale ha avuto la vittoria, non entrerebbe immediatamente in conflitto con le classi reazionarie del Paese? Può succedere, quindi, che il governo venga rovesciato con un colpo di stato, più o meno incruento; ma può succedere, invece, che l’esercito oppressore venga sconfitto, grazie all’azione popolare armata, in appoggio al proprio governo “.( Cuba, eccezione storica o avanguardia nella lotta al colonialismo ? 9 aprile 1961 ).Ernesto ” Che ” Guevara, come Ministro dell’Industria e dello Sviluppo economico di Cuba, partecipò al dibattito sulle forme e sui contenuti dell’edificazione socialista, sia con riferimento ai compiti a cui si trovava di fronte Cuba, ma anche in chiave di bilancio storico delle esperienze di altri Paesi socialisti.Nello scritto ” Sul sistema di finanziamento di bilancio “, nel numero del febbraio 1964 della rivista cubana ” Nueva Industria “, il ” Che ” tratta tali temi, partendo dall’analisi dell’esperienza Sovietica.Dopo aver affermato che ” il comunismo è una meta dell’umanità che si raggiunge consapevolmente, per cui l’educazione, la liquidazione delle tare della vecchia società nella coscienza della gente, è un fattore di enorme importanza, tratta il tema dell’impresa e del suo funzionamento:” Per noi, un’impresa è un conglomerato di fabbriche o unità di produzione, che hanno una base tecnologica simile, una comune destinazione della propria produzione o, in qualche caso, una localizzazione geografica delimitata. Per il sistema del calcolo economico, un’impresa è una unità di produzione con personalità giuridica propria. Uno zuccherificio è un’impresa, per quel sistema, mentre per noi, tutti gli zuccherifici e le altre unità di produzione, aventi rapporti con lo zucchero, costituiscono l’ Impresa consolidata dello zucchero.Così, ” Che ” Guevara, cominciava ad entrare nel merito delle ” riforme ” e della ” autonomia delle imprese ” che si andavano sperimentando in URSS, in quel periodo.Infine, ma primo per importanza, il tema della solidarietà internazionale antimperialista. Intervenendo al Secondo seminario economico sulla solidarietà euroasiatica ( Algeri-24 febbraio 1965 ), Ernesto ” Che ” Guevara affermò:” Da quando i capitali monopolistici si impadronirono del mondo, hanno mantenuto nella povertà la maggior parte dell’umanità, mentre i guadagni venivano divisi fra i paesi più forti. Il livello di vita di questi paesi è fondato sulla miseria dei nostri.Bisogna, dunque, lottare contro l’imperialismo, per innalzare il livello di vita dei popoli sottosviluppati. Lo sviluppo dei paesi che iniziano ora il cammino della liberazione, deve essere sostenuto dai Paesi socialisti.Non può esistere socialismo se, nelle coscienze, non avviene un cambiamento che determini un nuovo atteggiamento fraterno nei confronti dell’umanità, sia di carattere individuale, nelle società in cui si costruisce o si è costruito il socialismo, sia di carattere mondiale, in rapporto a tutti i popoli che subiscono l’oppressione dell’imperialismo. Come può essere ” reciproco vantaggio “, vendere ai prezzi del mercato mondiale, le materie prime che costano sudore e sofferenze senza limiti ai paesi arretrati, e comprare, ai prezzi del mercato mondiale, le macchine prodotte nelle attuali fabbriche automatiche ? Se stabiliamo questo tipo di rapporto tra i due gruppi di nazioni, dobbiamo ammettere che i Paesi socialisti sono, in un certo modo, complici dello sfruttamento imperialista. I Paesi socialisti, hanno il dovere morale di porre fine alla loro tacita complicità con i paesi sfruttatori dell’ Occidente. “Per giungere all’appello finale, contenuto nel primo numero speciale della rivista ” Tricontinental ” del 16 aprile 1967, che apparve con il titolo di Guevara:” Creare due, tre, molti Vietnam, questa è la parola d’ordine !!! “Questo è Ernesto ” Che ” Guevara, che vogliamo ricordare in prossimità dell’anniversario del suo assassinio da parte della lunga mano dell’imperialismo USA.Il suo pensiero e la sua azione servono, oggi più che mai, a tutti i popoli del mondo che lottano:Per la libertà ed una vera democrazia popolare, come base di una società liberata da ogni forma di sfruttamento dell’uomo sull’uomo e da ogni forma di oppressione di classe, di genere e di razza. Per l’uguaglianza e la giustizia sociale, fondata sulla base di uguali diritti politici, economici, sociali e civili.

Contro il capitalismo, l’imperialismo, per il socialismo !!!

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