di Redazione
La donna libera dall’uomo, entrambi liberi dal capitale. (Camilla Ravera).
La Giornata Internazionale della Donna, istituita per ricordare le conquiste economiche, sociali e politiche di queste, non può tacere al contempo tutte le violenze e le discriminazioni subite e di cui è ancora vittima il genere femminile nel mondo.
E’ dunque una giornata di lotta in 70 paesi, anche se il capitalismo e il patriarcato hanno tentato di trasformarla in una pura e semplice ricorrenza festaiola. Sono passati più di cento anni dalla sua prima indizione e noi comuniste continuiamo a dire la nostra. In questo sistema, infatti, le donne sono doppiamente oppresse e sfruttate: come lavoratrici (quando la borghesia ha bisogno di loro, considerandole una sorta di “rincalzo” nella produzione o nei servizi ausiliari) e come persone destinate alla riproduzione e “all’allevamento” di nuova forza lavoro.
Per questo l’8 marzo, storicamente, è in primo luogo (benchè non sia solo ciò) una giornata di lotta internazionale delle donne proletarie, avanguardia della lotta di tutte per l’emancipazione e l’uguaglianza. Non a caso, la questione femminile viene continuamente riprodotta -e non può essere risolta, se non per qualche aspetto parziale e superficiale- dal sistema borghese e potrà essere definitivamente superata solo in una società nella quale il potere politico ed economico sia stato conquistato dalle lavoratrici e dai lavoratori.
Anche per tutto questo “la rivoluzione è femminile”.
Le donne sono una forza potente della società e delle speranze di un suo cambiamento. Ricordiamo per questo tantissimi nomi di limpide e stupende combattenti per la libertà delle donne e perciò di tutti.
Dalle prime rivoluzionarie alle Partigiane, da quante hanno sorretto e reso forte e prestigioso il PCI a tante operaie e lavoratrici che tuttora lottano per difendere il lavoro e i diritti delle proprie famiglie, come quelli alla salute e alla casa, non meno che per la pace e la salvaguardia della natura.
8 Marzo contro la violenza contro le donne in ogni sua forma, per la tutela della 194 e per il diritto di aborto. Contro ogni discriminazione e pregiudizio di genere, contro precarietà, bassi salari, disoccupazione. Contro il femminicidio che passa come esempio d’amore.
Per l’autodeterminazione di tutte le donne del mondo.


