Antonio Gramsci: la vita e il contesto storico

gramsci1891 – 1937

 

1891-1911 Antonio Gramsci nasce ad Ales (Cagliari), in Sardegna, il 22 gennaio 1891, quarto dei sette figli di Francesco Gramsci e Giuseppina Marcias. Nel 1894 la famiglia si trasferisce a Sòrgono (Nuoro): per due anni viene mandato, insieme alle sorelle, in un asilo di suore. A questo periodo, dopo una caduta, risale la malattia che gli lascerà una malformazione fisica: la schiena andrà lentamente incurvandosi e le cure mediche tenteranno invano di arrestare la sua deformazione.

Nel 1897 il padre viene sospeso dall’impiego all’Ufficio del registro di Ghilarza e arrestato per irregolarità amministrative.  Nel 1902 consegue la licenza elementare a Ghilarza. Studia poi privatamente e intanto lavora, per aiutare la famiglia, presso l’ufficio catastale di Ghilarza.  Nel 1905 si iscrive al liceo-ginnasio di Santu Lussurgiu, cittadina a 15 km da Ghilarza. Inizia a leggere la stampa socialista che il fratello Gennaro gli invia da Torino.  Nel 1908 consegue la licenza ginnasiale e si iscrive al liceo Dettori di Cagliari, città dove vive presso il fratello Gennaro, segretario della locale sezione socialista. Con molti giovani del liceo Dettori, Gramsci partecipa alle “battaglie” per l’affermazione del libero pensiero e a discussioni di carattere culturale e politico. Abita in una poverissima pensione in via Principe Amedeo, poi si trasferisce in un’altra del Corso Vittorio Emanuele. A scuola si distingue tra i compagni per i suoi vivi interessi culturali, legge moltissimo (in particolare Croce e Salvemini). Rivela spiccatissime tendenze per le scienze esatte e per la matematica.

Cagliari, in quel tempo, è una cittadina culturalmente vivace, dove si diffondono i primi fermenti sociali, che influiranno nella sua formazione di una ideologia socialista. Conseguita la licenza liceale, nel 1911 vince una borsa di studio e si iscrive all’università di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia. Si trasferisce a Torino. Gramsci vive i suoi anni universitari in una Torino industrializzata, dove sono già sviluppate le industrie della Fiat e della Lancia, che hanno eliminato le concorrenti più deboli. Il forte sviluppo industriale ha conferito un aspetto nuovo alla città, che intorno al 1909 ospita circa 60.000 immigrati, che lavorano nelle fabbriche. Data l’alta concentrazione operaia e il ruolo avanzato dell’industria torinese, la organizzazione sindacale costituisce, nella città, una presenza attiva e dinamica, sostenuta da un’ampia mobilitazione dal basso. Sono le iniziative di lotta nelle fabbriche che portano alla costituzione delle prime commissioni interne e alla elezione di delegati di fabbrica, che siedono, durante le vertenze, al tavolo delle trattative con i rappresentanti padronali. È in questo periodo di forti agitazioni sociali che lo studente Gramsci vive i suoi anni universitari e matura la sua ideologia socialista. Studia i processi produttivi, la tecnologia e l’organizzazione interna delle fabbriche e si impegna per far acquisire agli operai “la coscienza e l’orgoglio di produttori”. A Torino frequenta anche gli ambienti degli immigrati sardi; l’interesse per la sua terra sarà sempre vivo in lui, sia nelle riflessioni di carattere generale sul problema meridionale, sulle sue abitudini, sul linguaggio, sui luoghi e sulle persone dell’infanzia; temi ricorrenti anche negli anni della maturità. Gli avvenimenti. L’Italia è ancora nettamente divisa tra un Nord in cui è presente un relativo sviluppo industriale e un Meridione caratterizzato dal latifondo a coltivazione estensiva. L’assetto del potere nello Stato e nella società è dunque determinato da un’alleanza tra industriali e agrari, fondata sulla politica protezionistica, che esclude ogni partecipazione al potere da parte delle masse popolari. Ma la crisi di fine secolo, con i movimenti dei fasci siciliani (1894) e l’insurrezione proletaria di Milano (1898), costringe la borghesia italiana a scendere a patti con il movimento operaio. Dall’inizio del secolo, Giolitti, che dichiara la neutralità dello Stato nei conflitti di lavoro, apre un nuovo corso politico fondato su un accordo sociale con il movimento socialista riformista. A questo accordo si oppongono l’ala rivoluzionaria del partito socialista e il movimento sindacalista rivoluzionario.

1912 In cattive condizioni economiche e di salute, Gramsci segue i corsi universitari e sostiene alcuni esami. Ha anche i primi contatti con il movimento socialista torinese.- Gli avvenimenti. Al congresso socialista di Reggio Emilia i riformisti perdono la direzione del partito. Mussolini diventa direttore dell’Avanti!.

1913 Aderisce ad un pubblico appello contro la politica protezionistica. Probabilmente in quest’anno si iscrive alla sezione socialista di Torino. Gli avvenimenti. Con il patto Gentiloni, i cattolici partecipano alla competizione elettorale in appoggio a Giolitti.

1914 Soffre di periodiche crisi nervose. Sostiene sul Grido del popolo le posizioni della neutralità attiva e operante in contrasto con la politica della neutralità assoluta prevalente in ambito socialista. Gli avvenimenti. Crisi dell’Internazionale socialista e del movimento operaio europeo che non riescono a far prevalere una politica di pace. Scoppia la Prima guerra mondiale.

1915 Continua la collaborazione con Il Grido del popolo e, a dicembre, entra nella redazione torinese dell’Avanti!, organo del Partito socialista italiano. La sua attività giornalistica s’impone all’attenzione generale non solo per la qualità della scrittura, ma anche per lo spessore della ricerca culturale.
Gli avvenimenti. L’italia entra in guerra a fianco dell’intesa. Lenin lancia a Zimmerwald la parola d’ordine di “trasformare la guerra imperialista in guerra civile”.

1916 Gramsci cura la rubrica “Sotto la mole” dell’Avanti! dove si occupa di critica teatrale e di note di costume. Gli avvenimenti. Nel movimento socialista antimilitarista (conferenza di Kientbal) si fanno strada le posizioni radicali di Lenin.

1917 Dopo la sommossa operaia di agosto, Gramsci diventa segretario della commissione esecutiva provvisoria della sezione socialista di Torino. Dirige di fatto Il Grido del popolo.  Nel febbraio del 1917 per conto della Federazione giovanile socialista piemontese esce La città futura, il cui tema di fondo é la contrapposizione tra l’ordine della società borghese e quello della società socialista; a originali articoli di teoria e di propaganda socialista si affiancavano scritti di Croce, Salvemini e A. Carlini. In questo perioda l’influenza di Croce e della polemica antipositivistica dell’idealismo italiano traspare anche nella valutazione entusiastica della rivoluzione russa del novembre 1917, interpretata come “rivoluzione contro il Capitale” (cioè contro la versione deterministica dell’opera di Marx). Gli avvenimenti. In agosto scoppiano in Italia movimenti di protesta contro il carovita e la guerra. In Russia la rivoluzione di febbraio porta all’abdicazione dello zar Nicola II; il governo provvisorio viene rovesciato in novembre dalla rivoluzione bolscevica.

1918 Cessano le pubblicazioni del Grido del popolo (ottobre) e nasce l’edizione piemontese dell’Avanti! (dicembre), diretta da Ottavio Pastore, nella cui redazione Gramsci entra dall’inizio. Gli avvenimenti. Finisce la guerra mondiale. Movimenti rivoluzionari in vari paesi d’Europa. In Russia la controrivoluzione si militarizza: scoppia la guerra civile.

1919 Gramsci e altri (tra cui Tasca, Terracini, Togliatti) danno vita al settimanale L’Ordine nuovo (maggio), che si schiera per l’adesione del Psi all’Internazionale comunista e in favore del movimento dei consigli di fabbrica. Nei suoi articoli Gramsci afferma che il consiglio di fabbrica deve essere eletto da tutti i lavoratori,  indipendentemente dalla loro collocazione politica, in modo che gli operai assumano in pieno la funzione dirigente che spetta loro come “produttori”. Questa esperienza si collocava, in una prospettiva rivoluzionaria, a sinistra del movimento socialista dell’epoca, ma in consonanza con altri fermenti della cultura italiana del periodo come quelli che facevano capo al neo-liberalismo di Piero Gobetti, che giudicò infatti positivamente l’opera del gruppo. Gli avvenimenti. La nuova legge per il suffragio universale permette al Psi e al Partito popolare di eleggere rispettivamente 156 e 100 deputati, modificando radicalmente l’assetto del potere politico. A Parigi si inaugura la Conferenza di pace. Viene fondata a Mosca la Terza Internazionale (Comintern). Il congresso socialista di Bologna delibera l’adesione alla nuova Internazionale comunista.

1920 Lo sciopero degli operai dell’industria di Torino di marzo-aprile (sciopero delle lancette) per il riconoscimento dei consigli di fabbrica apre una vivace polemica tra la direzione socialista e il gruppo dell’Ordine nuovo, le cui posizioni politiche ricevono l’approvazione di Lenin. Gramsci si avvicina alla frazione astensionista del Psi, guidata da Bordiga, che prospetta la costruzione del Partito comunista.Gli avvenimenti. Giolitti torna a formare il governo. In settembre lo scontro sociale porta all’occupazione delle fabbriche. La sconfitta segna l’inizio del riflusso del movimento proletario. In Russia, i bolscevichi sbaragliano definitivamente gli eserciti controrivoluzionari.

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1921 Gramsci si convince che bisogna dar vita a un partito nuovo, secondo le direttive di scissione già indicate dall’Internazionale comunista. Il 25 gennaio 1921 si apre a Livorno il 17° congresso nazionale del Psi; le divergenze tra i vari gruppi: massimalisti, riformisti ecc., inducono Gramsci e la minoranza dei comunisti a staccarsi definitivamente dal Psi. Il 21 gennaio dello stesso anno, nella storica riunione di San Marco, nasce il Partito comunista d’Italia: Gramsci sarà un membro del Comitato centrale. Come organo del nuovo partito Gramsci diresse, ancora a Torino, L’Ordine Nuovo, diventato quotidiano (al quale collaborò anche come critico teatrale Gobetti). Tuttavia nei primi anni del nuovo partito la sua attività fu condizionata dalla direzione di Bordiga, che avendo organizzato una frazione nazionale prima della scissione aveva acquisito una posizione di preminenza, influenzando anche gran parte dello stesso gruppo torinese dell’Ordine Nuovo.Gli avvenimenti. 15 gennaio 1921: si apre a Livorno il XVII Congresso del Psi. Il 21 gennaio, da una scissione minoritaria del Psi, nasce il Partito comunista d’Italia (Pcd’I), sezione italiana della Terza Internazionale comunista. Dopo la grande paura dell’occupazione delle fabbriche, gli industriali guardano con favore al movimento fascista. Lenin lancia la Nuova politica economica.[Sopra, a destra: Livorno, XVII congresso del Psi; sotto, a sinistra: Giulia Schucht e i figli di Antonio Gramsci, Delio e Giuliano. ]

1922  Nel secondo congresso del Pcd’I (Roma, marzo) Gramsci sostiene le posizioni della maggioranza bordighiana, in dissenso con la politica del “fronte unico” con il Psi proposto dall’Internazionale. A maggio parte per Mosca, delegato del partito italiano nell’esecutivo dell’Internazionale e nel giugno partecipa alla conferenza dell’esecutivo allargato. Il soggiorno in Russia sarà importante sia per la sua formazione politica che per la sua vita privata, infatti Gramsci si innamora di una giovane violinista russa, Giulia Schucht che diventerà sua moglie e dalla quale avrà due figli: Delio e Giuliano.  In Russia Gramsci approfondisce le sue conoscenze del leninismo e osserva gli sviluppi della dittatura del proletariato, ciò gli consente di misurare diversamente i problemi dei comunisti italiani, collocandoli in una visione di più ampio respiro. Gli avvenimenti. Si moltiplicano le violenze squadristiche e gli assalti alle Camere del lavoro e ai giornali antifascisti. Ulteriore scissione socialista: il congresso di Roma (ottobre) espelle i riformisti. In ottobre marcia su Roma e formazione del governo Mussolini, che in novembre ottiene pieni poteri.-

1923 L’esecutivo allargato dell’Internazionale (giugno) discute la situazione italiana e stabilisce d’autorità la formazione di un comitato esecutivo del Pcd’I maggiormente rispondente alla propria politica. Gramsci, in dissenso con le posizioni di Bordiga e favorevole a quelle dell’Internazionale (che sostiene la parola d’ordine del “governo operaio e contadino”), si fa carico della svolta (lettera di settembre per la fondazione dell’Unità). In novembre, viene inviato a Vienna per tenere i collegamenti tra il partito italiano e gli altri partiti comunisti d’Europa. Inizia, con un fitto carteggio, a ricostruire il gruppo dirigente del Pcd’I attorno a quella che era stata la redazione dell’Ordine nuovo.Gli avvenimenti. Nel febbraio arresto di Bordiga e di parte del comitato esecutivo del Pcd’I, che si riorganizza semi clandestinamente. Bordiga, in carcere, si schiera contro le posizioni dell’Internazionale per quanto riguarda i rapporti con il Psi. Il parlamento italiano approva la legge elettorale maggioritaria presentata dal fascista Acerbo. In Bulgaria viene rovesciato il governo di Stambolijski, leader del partito contadino.

1924  Il 6 aprile del 1924, dopo una campagna elettorale contrassegnata da violenze e intimidazioni fasciste, si svolgono le elezioni e Gramsci viene eletto deputato della circoscrizione del Veneto, quindi torna in Italia, dopo due anni di assenza e si stabilisce a Roma. In febbraio esce a Milano, su indicazione di Gramsci, il quotidiano l’Unità. Continua il lavoro per ricostruire il gruppo dirigente del partito. Gramsci entra nel comitato esecutivo del partito e viene eletto segretario generale.  Partecipa all’opposizione parlamentare che si forma a seguito del delitto Matteotti e propone un appello per lo sciopero generale.  In agosto nasce a Mosca suo figlio Delio.  Imposta con Grieco e Di Vittorio la politica del partito verso il Mezzogiorno. In ottobre propone che l’opposizione aventiniana si costituisca in Antiparlamento e in novembre il gruppo parlamentare comunista rientra in aula. Gli avvenimenti. Le elezioni politiche di maggio, contrassegnate da violenze e intimidazioni, assegnano il 65 per cento dei suffragi ai fascisti. In giugno viene assassinato il deputato riformista Giacomo Matteotti che aveva denunciato i brogli; ne segue una vasta ondata di proteste. In agosto il gruppo socialista che fa capo a Serrati (i “terzini”) aderisce al Pcd’I. Alla morte di Lenin, in Unione Sovietica il potere viene assunto da una direzione collegiale formata da Stalin, Trockij, Zinov’ev e Kamenev.

1925 Tra marzo e aprile partecipa a Mosca ai lavori dell’esecutivo allargato dell’Internazionale. In giugno apre la polemica con la sinistra interna al partito, guidata da Bordiga. Inizia a lavorare all’organizzazione del terzo congresso del Pcd’I.Gli avvenimenti. Superata la crisi Matteotti, Mussolini torna saldamente alla guida del governo. Vengono abolite le commissioni interne e soppressa la libertà sindacale.

1926 In gennaio si svolge a Lione il terzo congresso del Pcd’I: le tesi politiche, stese da Gramsci e Togliatti, vengono approvate con una maggioranza che supera il 90 per cento. La linea di Gramsci, che raccolse intorno a sé un nuovo gruppo dirigente “centrista,” prevalse terzo congresso del Partito comunista d’Italia; alcuni mesi dopo però i suoi rapporti con l’Internazionale comunista subirono una prima incrinatura, con la sua iniziativa di scrivere una lettera allarmata al Comitato centrale del Partito bolscevico per le divisioni interne a quel partito. Pur dando torto all’opposizione la lettere conteneva anche riserve sui metodi della maggioranza (Stalin-Bucharin), e per questo motivo Togliatti, allora rappresentante a Mosca dei comunisti italiani, ritenne opportuno non inoltrarla ufficialmente. Ne nacque una vivace polemica personale tra Gramsci e Togliatti, rilevante sopratutto per l’insistenza da parte del primo sulla necessità di «richiamare alla coscienza politica dei compagni russi, e richiamare energicamente, i pericoli e le debolezze che i loro atteggiamenti stavano per determinare.»  In agosto nasce Giuliano, il secondogenito di Gramsci.  L’8 novembre, a seguito delle leggi eccezionali del regime fascista contro gli oppositori, Gramsci viene arrestato, con gran parte del gruppo dirigente comunista e, nonostante l’immunità parlamentare, è rinchiuso a Regina Coeli. Al processo, tenuto a Roma nel maggio-giugno 1928, fu condannato a oltre vent’anni di reclusione. Il 18 novembre Gramsci è assegnato al confino per cinque anni a Ustica, dove giunge dopo soste nelle carceri di San Vittore a Milano e in quelle di Napoli e di Palermo. A Ustica abita in una casa privata con altri condannati politici con i quali organizza corsi di cultura differenziati a seconda del grado di preparazione dei partecipanti, allo scopo di educare i proletari, per i quali è un dovere, dice, non essere ignoranti, se vogliono essere protagonisti della politica e creatori di una nuova società. Per espiare la pena, Gramsci è poi destinato alla casa penale di Turi (Bari): vi rimane fino al dicembre 1933. Gli avvenimenti. In Italia vengono sciolti i partiti di opposizione; vengono istituiti il confino di polizia e il Tribunale speciale. La Camera dichiara decaduti i deputati aventiniani. In Unione sovietica Stalin riesce a isolare Trockij e Zinov’ev.-
Trasferito dal febbraio nel carcere di San Vittore a Milano, in attesa del processo, inizia a progettare uno studio di ampio respiro sugli intellettuali italiani. Il 28 maggio inizia il processo e il 4 giugno viene emessa la condanna a vent’anni quattro mesi e cinque giorni di reclusione. Poiché soffre di emicrania cronica viene destinato alla casa penale di Turi ed è messo in una cameretta con altri cinque detenuti politici. Gli avvenimenti. Con la Carta del lavoro il fascismo enuncia i principi dello Stato corporativo. Il X congresso del Pcus espelle Trockij, Zinov ‘ev e Kamenev; inizia la politica dell’industrializzazione forzata.

1928 Alla fine di maggio, a Roma, Gramsci è processato. Il 4 giugno viene emessa la sentenza: come accennato, è di venti anni, quattro mesi e cinque giorni di reclusione. In luglio Gramsci raggiunge il carcere di Turi. Gli avvenimenti. Il Gran consiglio del fascismo diviene organo dello Stato. Il VII congresso dell’Internazionale lancia la parola d’ordine dell’intensificazione della lotta alla socialdemocrazia.-

1929 In febbraio, nel carcere di Turi, Gramsci, ottenuto il permesso di scrivere in cella, inizia la stesura dei Quaderni dal carcere: saranno 21 nel 1933, quando lascerà Turi per Civitavecchia e complessivamente 33 nel 1937. Gli avvenimenti. Patti lateranensi tra Italia e Vaticano. In Unione Sovietica Bucharin si oppone alla politica di collettivizzazione forzata e viene rapidamente emarginato da Stalin. Il X plenum dell’Internazionale enuncia la teoria del social-fascismo. Crollo della borsa di New York: inizia la grande depressione.

1930 Emergono dissensi con altri detenuti comunisti sulla politica da seguire dopo la caduta del fascismo: Gramsci sostiene la necessità di una fase democratica e propone la parola d’ordine della Costituente. Gli avvenimenti. La grande depressione colpisce anche l’Italia. Il Pcd’I, sulla base dell’analisi dell’Internazionale che ritiene in crisi il regime, fa rientrare decine di quadri in Italia.

1931 Nel 1931 Gramsci è colpito da una grave malattia, perciò il fratello Carlo ottiene che sia messo in una cella individuale, dove Gramsci cerca di organizzarsi una vita “normale”, fatta di studio, di riflessione, di elaborazione teorica del suo pensiero politico e sociale, di affetti e di ricordi, sforzandosi di restare a contatto con i suoi familiari e con la realtà. Peggiorano le condizioni di salute: in agosto Gramsci ha un’improvvisa emorragia. Gli avvenimenti. Viene rapidamente smantellata dalla polizia la rete clandestina del Pcd’I. Vittoria elettorale repubblicana in Spagna.

1932 Non ha esito il progetto di uno scambio di prigionieri politici, che avrebbe incluso anche Gramsci, tra l’Italia e l’Unione Sovietica. Gli avvenimenti. Condonato alla Germania il debito di guerra. Salazar assume la guida del governo portoghese. Roosevelt promuove negli Usa il regolamento dell’economia.-

1933 In marzo, seconda grave crisi delle condizioni di salute di Gramsci. In novembre viene trasferito nell’infermeria del carcere di Civitavecchia e da qui, in dicembre, nella clinica del dottor Cusumano a Formia.Gli avvenimenti. In Italia viene creato l’Iri. I nazisti assumono il potere in Germania. In Unione Sovietica viene varato il secondo piano quinquennale.

1934 Riprende la campagna per la liberazione di Gramsci. In ottobre viene accolta la richiesta per la libertà condizionale.Gli avvenimenti. Patto di unità d’azione tra Pci e Psi. In Germania Hitler assume la carica di capo dello Stato. In Unione Sovietica Zinov’ev e Kamenev vengono processati per tradimento: iniziano le grandi purghe.

1935 In giugno nuova crisi e aggravamento delle condizioni di salute di Gramsci. In agosto viene trasferito nella clinica “Quisisana” di Roma. Gli avvenimenti. L’Italia invade l’Etiopia. Leggi antisemite in Germania. L’Internazionale adotta la tattica dei fronti popolari. –

1936 Lo stato di prostrazione fisica impedisce a Gramsci di lavorare ai Quaderni. Gli avvenimenti. Dopo la conquista dell’Etiopia, l’Italia proclama l’impero. Le sinistre vincono le elezioni in Francia e in Spagna; qui le forze reazionarie rispondono con un pronunciamento militare: è la guerra civile.

1937 Terminato il periodo di libertà condizionale, Gramsci riacquista la piena libertà, ma è in clinica ormai morente. Muore per emorragia cerebrale il 27 aprile. Il giorno seguente si svolgono i funerali. Le sue ceneri vengono inumate al cimitero del Verano a Roma e trasferite, dopo la Liberazione, al Cimitero degli Inglesi.La sua vita in carcere era stata anche amareggiata dai difficili rapporti stabilitisi con il partito che aveva diretto prima dell’arresto. In disaccordo con la linea politica adottata alla fine del 1929 su pressione del Komintern, allora in lotta non solo con il fascismo ma anche con la socialdemocrazia (definita come “socialfascismo”), si era trovato, come si è detto, in aperto conflitto con la maggioranza degli altri comunisti detenuti a Turi, e ciò lo aveva indotto a fare del suo isolamento la forma esclusiva della propria esistenza. Si spiega così perché la sua situazione non sia stata allora posta in discussione negli organi dirigenti operanti in esilio, con i quale i suoi rapporti furono sempre indiretti (con la mediazione dell’amico economista Sraffa che lavorava a Cambridge). Tuttavia dopo il 1934, con l’abbandono della propaganda sul “socialfascismo” e il prevalere della politica di unità antifascista, furono intensificate le campagne di stampa internazionali per chiedere la sua liberazione.  Gli avvenimenti. Crisi del governo di fronte popolare in Francia. Si internazionalizza la guerra civile spagnola. L’Italia aderisce al patto anti Comintern con Germania e  Giappone. In Unione sovietica vengono accusati di tradimento e fucilati Radek e Tukacevskij.
l’Avanti del 1° maggio 1918

(terza pagina)

La società contemporanea: una fiera rumorosa di uomini in delirio; nel centro della fiera una giostra che rotea turbinosamente, fulmineamente. Ognuno dei presenti vuol saltare in groppa a un lucente e ben bardato cavallino, a una sirena dai languidi occhi; vuole adagiarsi nei morbidi cuscini di una carrozzella. E’ un precipitarsi disordinato e caotico della folla in tumulto, è un osceno acrobatismo di arti scimmieschi. Diecimila cadono riversi, dopo essersi fiaccate le membra, uno per diecimila passa, si aderge su questi corpi innumeri, spicca il salto giusto, e trasvola nel turbine infernale.Tu vuoi partecipare alla gara. Hai probabilità, anche tu, di fortuna. Arrivare significa diventar ricco, essere signore della vita, conquistare la propria libertà.

Ecco: la libertà. Fermiamoci. La ricchezza non è un fine, certamente; se diventa fine si chiama avidità (avarizia). E’ mezzo per un fine: la libertà. Un soldo che possiedi, è un soldo di libertà a tua disposizione, è un soldo di libera scelta. La proprietà è la garanzia che questa libertà sarà continua. La proprietà di una parte di ricchezza (strumento di lavoro) è possibilità di ampliare ancora il dominio della personale libertà. Il diritto di eredità è la garanzia che la tua personale libertà sarà anche della tua prole, dei tuoi cari. Poiché il tuo fine non è un circoscritto fatto materiale, poiché tu non sei un avido di benessere meccanico, ma di libertà, consegue che il tuo fine non è individuale: è un’immortalità. Senti che i tuoi figli ti continueranno, come tu continui i tuoi padri, e vuoi garantita la libertà del tuo spirito immortale. Questa immortalità è ammessa dai laici, dai filosofi: essa appunto è dai filosofi chiamata Spirito, e viene fatta coincidere con la Storia, perché tutto umano, perché non ha nulla da spartire con lo spirito (anima) trascendente, ultraterreno, delle religioni. E’ pura attività: tu sei attivo, lavori, partecipi dell’immortalità del lavoro, ma vuoi vedere esteriormente questa perennità del tuo io: la cerchi nei tuoi discendenti, nelle garanzie di libertà che loro assicuri.

Tutti gli uomini hanno questa aspirazione, tutti gli uomini vogliono diventare proprietari di libertà, di libertà garantita, di libertà trasmissibile. Se essa è il sommo bene, è naturale si cerchi di farne partecipi i propri cari, è naturale si accetti il sacrifizio per creare questa libertà, anche sicuri di non goderla se stessi, solo per assicurarla ai propri cari. La preoccupazione diventa in taluni casi così pungente da spingere al delitto, alla perversione, al suicidio. Madri si prostituiscono per racimolare un peculio di libertà ai figli; padri si uccidono con l’apparenza della disgrazia perché i figli godano subito l’assicurazione della libertà. La libertà è solo un privilegio: ecco perché si manifestano queste perversioni. La società è una fiera: la fortuna è una giostra. La maggioranza deve necessariamente fallire nella gara atroce. E’ dunque essa non-spirito, non partecipa essa della immortalità della storia? Esiste la immortalità senza l’esteriore continuità? Certo no. Esistendo, trasforma il mondo, suscita quindi forme esteriori.

Ebbene, anche tu, che non sei ricco, che non sei capitalista, che non garantisci alla tua immortalità nessuna esteriore continuazione di libertà, erediti e lasci un retaggio. Non saresti uomo, altrimenti, non saresti spirito, non saresti storia. Bisogna che di questa verità tu abbia consapevolezza, che questa consapevolezza tu approfondisca in te e diffonda negli altri. Essa è la tua forza, è la chiave del tuo destino e del destino dei tuoi cari.

La proprietà è il rapporto giuridico esistente tra un cittadino e un bene. Essa è dunque un valore sociale, puramente contingente; è garantita da tutti, che la garantiscono solo in quanto sperano, ognuno singolarmente, giungere a goderla. I pochi sono liberi, nel possesso dei beni, e trasmettono questa libertà ad altri pochi, perché i molti sperano, hanno la velleità di essere liberi, non ne hanno la volontà. La volontà è adeguazione dei mezzi al fine, quindi è specialmente ricerca di mezzi congrui.

Il privilegio della libertà sussiste perché la società è una fiera, perché è un disordine perenne. La speranza che tu hai di saltare immediatamente in groppa a un cavallino della giostra, ti fa elemento del disordine, della perenne fiera: tu sei una rotellina della macchina infernale che fa roteare la giostra: se, nella gara, fallisci, tu sei causa del tuo fallire, se ti fiacchi le ossa, tu sei un suicida.Da elemento di disordine devi diventare elemento d’ordine. All’essere Immediatamente (vaga speranza, probabilità minima), devi preferire la certezza, anche se non immediata, la certezza per i tuoi figli. Il fine rimane immutato, i mezzi per raggiungerlo sono i soli mezzi congrui a tua disposizione: l’associazione, l’organizzazione.

Se la proprietà è solo un valore sociale, il solo fatto che esiste un organismo-forza proponentesi di renderla bene comune, garanzia di libertà per tutti, la trasforma, la rende aleatoria in quanto privilegio, cioè la diminuisce ora in pro della collettività, ne fa compartecipe già ora la collettività.

Questa diminuzione, questa compartecipazione potenziale è una eredità che tu trasmetti. Certo è più evidente, più palpabile l’eredità dei capitalisti; ma se rifletti anche la tua non è trascurabile cosa.Anche tu hai un retaggio: i tuoi ascendenti, che hanno fatto la rivoluzione contro il feudalismo, ti hanno lasciato in eredità il diritto alla vita (tu non puoi essere ucciso arbitrariamente: ti par piccola cosa?), la libertà individuale (per incarcerarti devi essere giudicato colpevole d’un crimine), il diritto di muoverti per lavorare in una terra piuttosto che in un’altra, a tua scelta, secondo la tua utilità. Godi una eredità più recente: la libertà di scioperare, la libertà di associarti con altri per discutere i tuoi interessi immediati e per proporti, in comunione con altri, il fine maggiore della tua vita: la libertà per te, o almeno per i tuoi discendenti.

Ti paiono piccole eredità queste? Esse hanno notevolmente diminuito il privilegio dei pochi. Perché non ti proponi di ampliarle e diminuire ancora, conseguentemente, il privilegio? Queste eredità sono il frutto del lavoro di molti, non del solo padre tuo, del solo tuo nonno o bisnonno. Sono frutto inconsapevole, perciò piccolo. Diventa tu consapevole, diffondi la tua consapevolezza: quale eredità superiore a quelle del passato non trasmetterai tu all’avvenire? Quale più concreta sicurezza di libertà per i tuoi figli, per l’immortalità del tuo spirito? Invece di una proprietà individuale, preoccupati di lasciare maggiore possibilità per l’avvento della proprietà collettiva, della libertà per tutti, perché tutti uguali dinanzi al lavoro, allo strumento di lavoro.Questa tua eredità ha anch’essa una forma esteriore: l’associazione. Quanto più forte è l’associazione, tanto più vicina è l’ora di riscuotere allo sportello della storia. Chi riscuoterà? Tu stesso, forse, per la tua quota. Lavora come se il fine fosse immediato, ma non trascurare perciò di suscitare mezzi più potenti, nel caso non fosse immediato: sacrificati, perché tu pensi ai tuoi figli, ai tuoi cari.

Rafforza le associazioni che hanno questo fine: liberare la collettività, dando a lei la proprietà della ricchezza. L’associazione economica ti garantisce la riscossione quotidiana dei benefizi che frutta l’eredità lasciatati dai tuoi padri nullatenenti: rafforzala con la tua adesione, aumenterai così l’eredità dei tuoi figli.

L’associazione politica, il Partito socialista, è l’organo di educazione, di elevazione; per esso tu sentirai la collettività, ti spoglierai dei tuoi egoismi personali, imparerai a lavorare disinteressatamente per l’avvenire che è di tutti, quindi anche tuo e dei tuoi. Per esso metterai il tuo sacrifizio e il tuo lavoro con quello degli altri, moltiplicandone il valore per il valore del comune sacrifizio.L’associazione di cultura ti renderà più degno del tuo compito sociale, ti educherà a pensar bene, migliorerà il tuo spirito: per essa parteciperai al patrimonio di pensiero, di esperienze spirituali, di intelligenza, di bellezza del passato e del presente.

cimitero-protestanteDiffondi questa piccola verità: nella società attuale, che è fiera, che è giostra, tutti singolarmente possono diventar ricchi (liberi), ma, necessariamente, solo pochi lo diventano; la ricerca della proprietà, dell’eredità individuale ha uno riuscito per diecimila falliti. I diecimila non falliranno invece nella ricerca dell’eredità sociale; che si associno, che da elemento di disordine diventino elemento d’ordine, e avranno avvicinato di diecimila probabilità il raggiungimento del fine stesso.

Intanto tu fa il tuo dovere: dà la tua parte di attività, di spiritualità al comune patrimonio sociale attuale. lavora perché sia trasmesso, migliorato e ampliato, ai tuoi discendenti: cura la tua eredità, cura l’eredità che sola sei certo di poter lasciare.

Firmato: Antonio Gramsci, “Avanti! “, anno XXII, n. 120 p. 3, 1° maggio 1918. Raccolto in SG, 214-17.

Dalle Lettere dal carcere

22 aprile 1929

Carissima Tania,

ho ricevuto le tue cartoline del 13 e del 19 aprile. Aspetterò con pazienza le notizie di casa. Credo che anche tu ti sia accorta, in quei pochi momenti che ci siamo visti, quanto io sia divenuto paziente. Lo ero anche prima, ma solo in virtù di un grande sforzo su me stesso: era una certa qualità diplomatica, necessaria per entrare in rapporto con gli imbecilli e con la gente noiosa, della quale purtroppo non si può fare a meno. Ora, invece, non mi costa nessuna fatica: è diventata un’abitudine, è l’espressione necessaria della routine carceraria, ed è anche un elemento di autodifesa istintiva. Qualche volta però questa pazienza diventa una specie di apatia e di indifferenza, che non riesco a superare: credo che ti sia accorta anche di questo e che un po’ ti abbia addolorato. Non è una novità neanche questo, sai? Tua madre se n’era accorta fin dal 1925 e Giulia me lo riferì. La verità è che fin da quegli anni io, per dirla con una immagine di Kipling, ero come una capra che ha perduto un occhio e gira in circolo, sempre sulla stessa ampiezza di raggio.

Ma veniamo a qualcosa di più allegro. La rosa ha preso una terribile insolazione: tutte le foglie e le parti più tenere sono bruciate e carbonizzate; ha un aspetto desolato e triste, ma caccia fuori nuovamente le gemme. Non è morta, almeno finora. La catastrofe solare era inevitabile, perché potei coprirla solo con della carta, che il vento portava via; sarebbe stato necessario avere un bel mazzo di semi: 10 di carote, ma della qualità detta pastinaca, che è un piacevole ricordo della mia prima fanciullezza: a Sassari ne vengono di quelle che pesano mezzo chilo e prima della guerra costavano un soldo, facendo una certa concorrenza alla liquirizia; 20 di piselli; 30 di spinaci; 40 di sedani. Su un quarto di metro quadrato voglio mettere quattro o cinque semi per qualità e vedere come vengono. Li puoi trovare da Ingegnoli, che ha negozio in piazza del Duomo e in via Buenos Ayres; così ti farai dare anche il catalogo, dove è indicato il mese più propizio per la semina.

Ho ricevuto un altro biglietto dalla signora Malvina Sanna (Corso Indipendenza 23). Trasmettile queste linee: Comprendo le difficoltà finanziarie per procurarsi i libri da me indicati precedentemente. Anch’io l’avevo fatto notare; ma il mio incarico era quello di rispondere a domande precise.

Rispondo oggi a una domanda che, anche se non rivoltami, era implicita, e perché capisco che risponde a un bisogno generale di chi è carcerato: “come fare a non perdere il tempo in carcere e a studiare qualcosa in qualche modo?” Mi pare che prima di tutto sia necessario spogliarsi dell’abito mentale “scolastico”, e non porsi in testa di fare dei corsi regolari e approfonditi: ciò è impossibile anche per chi si trova nelle migliori condizioni. Tra gli studi più proficui è certo quello delle lingue moderne: basta una grammatica, che si può trovare anche nelle bancarelle dei libri usati per pochissimi soldi, e qualche libro (anch’esso magari usato) della lingua scelta per lo studio. Non si può imparare la pronunzia parlata è vero, ma si saprà leggere e questo è già un risultato ragguardevole. Inoltre: molti carcerati sottovalutano la biblioteca del carcere. Certo le biblioteche carcerarie, in generale, sono sconnesse: i libri sono stati raccolti a caso, per donazione di patronati che ricevono fondi di magazzino dagli editori, o per libri lasciati da liberati. Abbondano di libri di devozione e di romanzi di terz’ordine. Tuttavia io credo che un carcerato politico deve cavar sangue anche da una rapa. Tutto consiste nel dare un fine alle proprie letture e nel saper prendere appunti (se si ha il permesso di scrivere).

Faccio due esempi: a Milano io ho letto una certa quantità di libri di tutti i generi, specialmente romanzi popolari, finché il direttore non mi ha concesso di andare io stesso in biblioteca a scegliere tra i libri non ancora passati in lettura o fra quelli che per un particolare sapore politico o morale, non erano dati in lettura a tutti. Ebbene, ho trovato che anche Sue, Montépin, Ponson du Terrail ecc. erano abbastanza se letti da questo punto di vista: “perché questa letteratura è sempre la più letta e la più stampata? quali bisogni soddisfa? a quali aspirazioni risponde? quali sentimenti e punti di vista sono rappresentati in questi libracci, per piacere tanto?” Eugenio Sue perché è diverso da Montépin? e Victor Hugo non appartiene anche lui a questa serie di scrittori per gli argomenti che tratta? e Scampolo o l’Aigrette o la Volata di Dario Nicodemi non sono forse la filiazione diretta di questo basso romanticismo del 48? ecc. ecc.

Il secondo esempio è questo: uno storico tedesco, Gruithausen, ha pubblicato recentemente un grosso volume in cui studia i legami tra il cattolicesimo francese e la borghesia nei due secoli prima dell’89. Egli ha studiato tutta la letteratura di devozione di questi due secoli: raccolte di prediche, catechismi delle diverse diocesi ecc. ecc. e ha messo insieme un magnifico volume. Mi pare che sia sufficiente per provare che si può trar sangue anche dalle rape perché in questo caso rape non esistono. Ogni libro, specialmente se di storia, può essere utile da leggere. In ogni libercolo si può trovare qualcosa che può servire… specialmente quando si è nella nostra condizione e il tempo non può essere valutato col metro normale.

Cara Tatiana, ho scritto anche troppo e ti costringerò a fare un esercizio di calligrafia. A proposito: ricordati di disporre perché non mi siano più mandati dei libri, finché io non avvertirò. Caso mai, se vengono fuori libri che ritieni mi possano essere utili, falli mettere da parte per spedirli quando io li domanderò. Carissima, spero davvero che il viaggio non ti abbia stancato troppo. Ti abbraccio affettuosamente. Antonio

 

Le opere

  • Cronache torinesi
  • Scritti giovanili
  • La città futura
  • Il nostro Marx
  • L’Ordine Nuovo
  • Lettere dal carcere
  • Quaderni del carcereI 32 Quaderni del carcere, di complessive 2.848 pagine, non destinati da Gramsci alla pubblicazione, contengono riflessioni e appunti elaborati durante la reclusione; iniziati l’8 febbraio 1929, furono definitivamente interrotti nell’agosto 1935 a causa della gravità delle sue condizioni di salute. Furono numerati, senza tener conto della loro cronologia, dalla cognata Tatiana Schucht che, insieme con Piero Sraffa, riuscì a sottrarli alla ispezioni poliziesche e a consegnarli al banchiere Raffaele Mattioli, segreto finanziatore delle cure di Gramsci, il quale li affidò a Mosca a Palmiro Togliatti e agli altri dirigenti comunisti italiani.
    • Il materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce, nel 1948
    • Gli intellettuali e l’organizzazione della cultura, nel 1949
    • Il Risorgimento, nel 1949
    • Note sul Machiavelli, sulla politica e sullo Stato moderno, nel 1949
    • Letteratura e vita nazionale, nel 1950
    • Passato e presente, nel 1951

    Nel 1975 i Quaderni furono pubblicati a cura di Valentino Gerratana secondo l’ordine cronologico della loro elaborazione. Sono stati raccolti in volume anche tutti gli articoli scritti da Gramsci nell’ Avanti!, nel Grido del popolo e nell’Ordine nuovo.

  • Dopo la fine della guerra i Quaderni, curati dal dirigente comunista Felice Platone, furono pubblicati dall’editore Einaudi – unitamente alle sue Lettere dal carcere indirizzate ai famigliari – in sei volumi, ordinati per argomenti omogenei, con i titoli:
  • I Quaderni del carcere

 

La Città futura Numero unico pubblicato nel febbraio del 1917 a cura della Federazione giovanile piemontese del Partito Socialista.
Gramsci curò per intero la stesura del giornale, che aveva lo scopo di “educare e formare” i giovani socialisti (siamo alla fine del primo conflitto mondiale) alla “disciplina politica”, alla solidarietà e alla vita organizzata del partito.

Scritti giornalistici

 

Links  Qui di seguito vengono forniti i collegamenti con alcuni dei tantissimi siti su Antonio Gramsci

 

  • http://www.soc.qc.edu/gramsci/  Un sito intitolato Resources on Antonio Gramsci. realizzato da Dean Savage, della Columbia University, NY. Contiene tra l’altro l’accesso a ua bibliografia molto accurata di e su Gramsci, che comprende un gran numero di lingue e di Paesi.
  • http://www.italnet.nd.edu/gramsci/ Una delle migliori pagine su Gramsci è quella dell’International Gramsci Society. Nella sezione “Audio e Video” è possibile vedere un filmato su Antonio Gramsci, sulla sua vita e alcuni aspetti della sua personalità. Il filmato di circa 46 minuti è stato promosso da Dario Fo e Franca Rame (1992), regia di Sergio Baratta.
  • http://www.gramsci.it/ Un altro sito molto importante è quello dell’Istituto Gramsci di Roma. L’Istituto ha molte attività non direttamente in relazione con la figura di Antonio Gramsci e anche di tali attività tratta il suo sito web.
  • http://www.uniovi.es/~filesp  Molti articoli e commenti su Gramsci si trovano nel sito del Proyecto Filosofía en español,progetto sviluppato dall’Università di Oviedo, Spagna.
  • http://www.gramscitorino.it/ Fondazione Istituto Piemontese Antonio Gramsci offre pagine sulla permanenza di Gramsci a Torino, sui suoi scritti conservati nella biblioteca della Fondazione e brani di volumi a lui dedicati
  • http://www.bdp.it/~caps0002/gramsci/copert.htm Ipertesto Gramsci: prodotto da studenti e docenti del Liceo “G. M. Dettori” di Cagliari (che fu frequentato dallo stesso Gramsci): contiene una biografia sintetica ed alcuni saggi molto interessanti sui concetti fondamentali delle opere gramsciane. Inoltre è ricco di links e corredato con varie immagini fotografiche, di cui alcune molto rare
  • http://www.linearossage.it/cronologramsci.htm Nel sito del movimento genovese Linea rossa è possibile accedere ad una cronologia della vita di Gramsci, rapportata ai principali eventi in ambito politico-sociale in Italia e nel mondo, e ad una lettera dal carcere
  • http://www.casagramscighilarza.org/ La Casa Museo di Antonio Gramsci, sito dell’associazione Amici della Casa Gramsci presenta una breve biografia di Gramsci; la storia di Ghilarza, il paese della sua infanzia ed adolescenza; una mappa del museo che illustra le varie stanze in cui si suddivide e l’elenco delle manifestazioni, quali convegni e mostre fotografiche, organizzate dall’associazione
  • http://www.soc.qc.edu/gramsci/intro/italbio.html La voce “Antonio Gramsci” dell’Enciclopedia Italiana, scritta da Valentino Gerratana, curatore dell’edizione critica dei “Quaderni dal carcere” pubblicati dalla Einaudi nel 1975. L’estratto è una pagina di un sito più ampio promosso dal Sociology Department del Queens College di New York che contiene al suo interno Resources on Antonio Gramsci.   (www.antoniogramsci.com)

http://www.comunistifriuli.it/marxismo/Gramsci/gramsci.htm

 

 

 

 

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