di Matteo Di Cataldi
1-
Danzano i demoni
e come sai danzano bene.
Copulano bramosi di rubarmi
quel poco che mi rimane
del godimento della vita.
Son mille facce senza occhi.
Son mille occhi senza facce.
Si commuovono nel vedere
la mia assenza sgretolarsi
e tornare come corpo
in un corpo senza giorni.
Le loro voci si assomigliano
mentre urlano la mia vita.
Mi ritrovo sofferente
privo di sospiri a cui dedicarmi.
La mia guerra
la mia amata guerra
che mi vedrà vittorioso
solo da sconfitto.
Continua la macabra danza
un’orgia di suoni ed odori
un’insonnia di suoni ed odori.
2- POSA
Gioca la luce
sul corpo che offri
ai miei occhi.
l’ombra incuriosisce
le mie mani
che si fanno avventurose
e partono alla scoperta
di quella terra
che il loro viaggio
ha come meta.
Camminano
sui tuoi paesaggi
e sentono
i suoni delle mie parole
disturbare
ciò che la natura
ha reso perfetto.
3- GOVERNO
Organizzatevi
per dare acqua
agli assetati.
Sbrigatevi.
Prima che capiscano
che possono bere da soli.
di Marica Guazzora
1.
Occhi pieni di vento.
Il sole disegna sferzate roventi
il mare è un amico che infrange sulla pelle
una panna montata di sale
2.
Canti il tuo cinguettio deliziato
mio scricciolo.
Il giorno è ormai così vicino
che allungo la mano e lo tocco
Il vento srotola lenzuola fredde
l’ombra allarga le sue braccia
senza ritegno
3.
Rotonda d’ebano.
Dondoli la tua cesta di colori
con incedere regale
come il rullio di una barca nera
Non fermarti
Poesia antica e moderna
La poesia è nata prima della scrittura: le prime forme di poesia erano orali, come l’antichissimo canto a batocco dei contadini e i racconti dei cantastorie. Nei paesi anglosassoni la trasmissione orale della poesia era molto forte e lo è ancor oggi. Successivamente fu accompagnata dalla lira, strumento musicale utilizzato a quell’epoca.
Nell’età romana la poesia si basava sull’alternanza tra sillabe lunghe e sillabe brevi: il metro più diffuso era l’esametro. Essa doveva essere letta scandendola rigorosamente a tempo. Dopo l’XI secolo il volgare, da dialetto parlato dai ceti popolari viene innalzato a dignità di lingua letteraria, accompagnando lo sviluppo di nuove forme di poesia. In Italia la poesia, nel periodo di Dante e Petrarca si afferma come mezzo di intrattenimento letterario e assume forma prevalentemente scritta: Intorno alla fine del quattrocento prese piede anche la poesia burlesca.
Nel XIX secolo , con la nascita del concetto dell’arte per l’arte, la poesia si libera progressivamente dai vecchi moduli e compaiono sempre più frequentemente componimenti in versi sciolti, cioè che non seguono nessuno schema particolare e spesso non hanno nemmeno una rima.
Via via che la poesia si evolve, si libera da schemi obbligati per poi diventare forma pura d’espressione.
Il concetto di poesia oggi è molto diverso da quello dei modelli letterari; molta della poesia italiana contemporanea non rientra nelle forme e nella tradizione, e il consumo letterario è molto più orientato al romanzo e in generale alla prosa, spostando la poesia verso una posizione secondaria.
Inoltre, con l’avvento di internet la produzione e il consumo della poesia sono aumentati notevolmente: secondo le fonti di internet, ogni anno 4 milioni di poesie vengono pubblicate sulla rete, in migliaia di siti di scrittura on-line. (wikipedia)