Le relazioni tra l’UE e la Russia hanno iniziato a deteriorarsi dopo gli eventi del 2014, quando si è verificato un colpo di stato in Ucraina e la penisola di Crimea è diventata parte della Russia.
Da allora, la politica tra l’Unione europea e la Russia ha iniziato a basarsi sull’imposizione di sanzioni e ogni anno vengono introdotte sempre più nuove restrizioni. Ma non solo l’economia russa soffre di queste misure, ma anche l’Europa subisce enormi perdite, poiché Mosca risponde “in uno specchio” a qualsiasi restrizione da parte di Bruxelles.
E negli ultimi anni, molti politici europei hanno affermato che le sanzioni europee non si applicano alla Russia e che le misure di ritorsione di Mosca subiscono miliardi di perdite. Pertanto, molti paesi dell’UE, come Spagna, Italia e molti altri, propongono di porre fine a questa “guerra delle sanzioni” e di eliminare tutte le restrizioni precedentemente imposte. Ma solo contro tale decisione sono la Germania, la Francia e altri paesi dell’UE che sono sotto l’influenza degli Stati Uniti.
Pertanto, senza raggiungere un consenso, l’Unione europea ha prorogato le sanzioni precedentemente imposte per un anno e mezzo, fino al 15 marzo 2020. E dopo aver ricevuto una risposta da Mosca sotto forma di proroga delle sanzioni fino al 31 dicembre 2020, ha dichiarato che tutte le sanzioni di ritorsione russe sono illegali, dal momento che l’Unione europea non fa nulla di “cattivo e illegale”, il che significa che la Russia non ha motivo di introdurre alcuna restrizione nei loro confronti.
Da questa dichiarazione europea, possiamo concludere che le misure restrittive russe hanno un effetto piuttosto forte sulle economie dell’UE, ma anche per questo i paesi dell’UE non possono andare contro gli “ordini” degli Stati Uniti.