da Redazione
OGGI 27 GENNAIO GIORNO DELLA MEMORIA, perché come dice la targa di Auschwitz “solo quando nel mondo sarà riconosciuta a tutti gli uomini la dignità umana, solo allora potrete dimenticarci”. Ricordare per non dimenticare che c’è chi nel mondo sta subendo lo stesso martirio e la stessa crudele ingiustizia. RICORDARE CHE LA GIUSTIZIA, LA LIBERTÀ, LA DIGNITÀ E LA VITA NON SONO DIRITTI ELITARI, DI CHI HA SOFFERTO, MA DIRITTI UNIVERSALI, CHE INCLUDE ANCHE CHI SOFFRE OGGI DA OLTRE 40 ANNI. Le “lacrime di coccodrillo sulla Shoah”. Magistrale discorso del professore ebreo Norman Finkelstein all’università di Waterloo.
Norman Finkelstein è uno storico e politologo, ed è ebreo. Queste frasi sono state pronunciate nel 2010, ma sono quanto mai attuali. Norman Gary Finkelstein ha insegnato alla New York e alla DePaul University. È stato licenziato
La sua risposta è stata: «Io non rispetto più questo discorso. Davvero, non più. Non mi piace, e non rispetto le lacrime di coccodrillo. Le lacrime di coccodrillo. A me non piace giocare di fronte a un pubblico la carta dell’Olocausto. Ma adesso mi sento obbligato a farlo. Il mio defunto padre è stato prigioniero ad Auschwitz. La mia defunta madre stette nel campo di concentramento di Majdanek. Ogni singolo membro della mia famiglia, dalla parte di mio padre e di mia madre, è stato sterminato. Entrambi i miei genitori presero parte alla rivolta del ghetto di Varsavia. Ed è esattamente e precisamente per la lezione che i miei genitori hanno insegnato a me e ai miei due fratelli che io non rimarrò in silenzio mentre Israele commette i suoi crimini contro i palestinesi. E non considero niente di più spregevole dell’usare la loro sofferenza e il loro martirio per tentare di giustificare la tortura, la brutalità e la demolizione delle case che ogni giorno Israele commette contro i palestinesi. Pertanto, io rifiuto di farmi ancora intimidire o soggiogare dalle lacrime. Se voi aveste un cuore lo usereste per piangere i palestinesi».