Tutti gli interventi alla assemblea del 12 luglio 2015 per la Costituente Comunista sono in video

Video sul sito http://www.marx21.it

http://www.marx21.it/comunisti-oggi/in-italia/25880-per-la-costituente-comunista-tutti-gli-interventi-allassemblea-del-12-luglio.html

Partito Comunista d’Italia – COSTITUENTE COMUNISTA: NEL PRESENTE, PER IL FUTURO
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Domenica 12 luglio, Roma, ore 14.30, Meeting Center, Largo dello Scautismo: assemblea nazionale per il lancio della Costituente Comunista. E’ una giornata “africana”. Calda, caldissima. I compagni e le compagne dell’Associazione per la ricostruzione del Partito Comunista – del PCdI, del PRC, senza tessera di partito – che hanno lavorato (duramente) per la riuscita dell’assemblea temono “il generale sole”, l’astro violento di questi giorni che scioglie l’asfalto e surriscalda i treni. Temono che i compagni e le compagne che devono scendere dal Nord o salire dal Sud non ce la facciano a sfidare il tempo, a sottrarsi alle sirene dei mari, delle montagne, dei laghi. Certo, gli obiettivi minimi di presenze a Roma, stabiliti con i territori, sono stati più volte confermati nei giorni precedenti. Ma sotto il cielo, denso d’afa, nessuno è sicuro. Pian piano, però, sin da mezzogiorno, i compagni e le compagne da ogni parte d’Italia iniziano ad arrivare, ad affacciarsi – affannati, molti con le camicie fuori, linea Varoufakis – nella grandissima sala del Meeting Center. Arriva il pullman dei compagni calabresi, entrano al Meeting e aprono le loro cornucopie del profondo sud: salame piccante, formaggi dagli odori potenti, olive, pane scuro, vino rosso, che accompagnano ai loro panini prodigiosi. E arrivano tutti gli altri. Ancor prima delle 14.30 la sala è piena. Pieni di compagni in piedi sono anche i corridoi laterali e persino le salette attigue, dove si potrà seguire il dibattito attraverso il circuito televisivo interno. La compagna Ada Donno (femminista storica, del PCdI), che presiede l’assemblea, ci informa che, ancor prima della relazione introduttiva, “già 258 compagni e compagne hanno lasciato i loro indirizzi all’entrata”. Ma ben presto, in sala, il numero cresce e alla fine sono poco meno di 500 i comunisti e le comuniste che partecipano dal vivo all’avvio della Costituente Comunista. Dal vivo, poiché attraverso la diretta streaming sono più di mille in tutta Italia a seguire il dibattito.

Già la costituzione della presidenza mostra il segno di uno spirito nuovo, tendente ad allargare e accumulare forze, oltre quelle – essenziali – del PCdI e del PRC : intellettuali, giovani, quadri operai, rappresentanti di movimenti e associazioni comuniste esterne alle due forze, siedono – appunto – al tavolo della presidenza, che Ada Donno presenta: Domenico Losurdo, filosofo marxista autorevole e di levatura internazionale, oltre che compagno della Costituente Comunista; Piergiovanni Alleva, apprezzato giuslavorista della FIOM ( chiamato alla presidenza ma assente per un incidente avuto lungo la strada, il quale comunque comunica che “è come se fossi lì con voi ”); Stefania Giacomini, giovane dottoressa e già presidente dell’ANPI di Ancona; Francesco Maringio’, vice responsabile Dipartimento Esteri PCdI; Michela Caria, segretaria dell’ Associazione Antonio Gramsci di Cagliari; Giuseppe Morese, operaio, della RSU FIOM TyssenKrupp Torino, senza tessera di partito ma che afferma dalla stessa presidenza “Sarò iscritto al partito comunista che nascerà dalla Costituente”; Sandro Di Stefano , anch’egli operaio, alla “ Palletways” di Roma in rappresentanza del movimento di lotte popolari romano; Luca Cangemi , della direzione nazionale del PRC.

cost-comunista-pubblico1Nella sala strapiena (il numero enorme dei compagni smorza l’effetto dei condizionatori d’aria e resistere non è facile), è il compagno Francesco Maringiò a svolgere la relazione d’apertura. In essa viene rapidamente descritto il mondo per quello che oggi è: attraversato da inquietanti pulsioni di guerra, pericolosamente segnato dall’avanzamento della Nato sui fronti europei dell’Est, in direzione della Russia e della Cina e, più in generale, a contenere i paesi BRICS e la prospettiva di un mondo multipolare. Una grave escalation – non da tutte le forze di sinistra compresa e per tempo denunciata – che chiede oggettivamente la presenza e il ruolo di un partito comunista, anche in Italia, dalla natura chiaramente antimperialista e internazionalista, dall’inclinazione fortemente unitaria, antisettaria, volta alla costruzione, in questa fase oscura, del più vasto fronte possibile – comunista, di sinistra, popolare – contro la guerra e contro la NATO. Dopo la relazione introduttiva sono una ventina gli interventi che si succedono, l’uno dopo l’altro: Giuseppe Morese, l’operaio della Tyssenkrupp di Torino, ricorda i suoi setti amici e colleghi della Linea 5 della Tyssen, che nel 2007 morirono bruciati vivi nell’olio bollente, “ In verità – afferma Morese – a seguito della feroce determinazione allo sfruttamento totale del capitalismo tedesco”. Ci sarà poi un altro intervento dalla presidenza a portare nella sala il punto di vista operaio: Sandro Di Stefano, operaio alla “Palletways” di Roma, del movimento di lotta popolare romano, non certo tenero con l’Unione europea, con il PD e con il governo Renzi: “Sono questi i soggetti che gettano la classe nella miseria – afferma Di Stefano – e solo la lotta, la lotta di classe, può spazzarli via”. Nicola Limoncino, segretario della Federazione del PRC di Reggio Calabria è netto nell’analisi e nella proposta: “ L’esigenza del partito comunista è dettata dallo stato presente delle cose, non è una nostalgia, e il tempo della Costituente Comunista è ora! ”. Saranno diversi i compagni del PRC ad intervenire e a riaffermare tale assunto: Marco Amagliani, già assessore regionale Marche del PRC e dirigente storico della Rifondazione marchigiana; Tiziana Bartimmo, del Comitato Politico Nazionale del PRC; Marco Pondrelli, già assessore provinciale PRC Bologna. Ma anche i giovani dirigenti e intellettuali del PCdI che intervengono hanno la stessa nettezza: Stefania Giacomini, Alessandro Hobel, Francesco Della Croce: determinati politicamente e teoricamente, e non solo perché giovani…

Incisivo e appassionato nell’analisi del capitalismo italiano e dell’attualità politica, caratterizzata dal governo Renzi, è l’intervento del cantante, autore e musicista (vera e propria icona dei giovani) Pierpaolo Capovilla, non a caso salutato da molti applausi. Così come un fragoroso applauso ha accolto l’intervento di “ Vincenzone” (Vincenzo Bellantoni), che ha portato il saluto della Banda Bassotti e ha parlato a nome del Comitato per il Donbass antifascista. E’ a questo punto che Ada Donno dalla presidenza legge la “totale e appassionata adesione” alla Costituente Comunista di due altri illustri esponenti della canzone impegnata e di lotta italiana: Marino Severini, voce e chitarra della “ Gang” ed Enrico Capuano, uno dei padri, con Giovanna Marini, del folk-rock italiano. Laura Stochino, docente impegnata nel movimento contro la “buona scuola” di Renzi, riscuote il consenso degli astanti quando afferma che “nell’attacco contro la scuola pubblica si addensa l’essenziale del “renzismo”: una subordinazione totale ai diktat liberisti dell’Unione europea che, anche in Italia, si presenta come la volontà reazionaria di distruggere, con la scuola pubblica, tutto lo stato sociale e i diritti conquistati dai lavoratori nelle lunghe lotte del PCI e della CGIL dagli anni 50 in poi”. Sarà poi la giornalista Claudia Rosati a rafforzare il concetto: nessuno può credere ancora, di fronte a questo Renzi, all’esistenza e alla possibilità di un centro-sinistra. I Comunisti e le comuniste devono esserci, come cardini di una più vasta e più forte sinistra di classe. Non solo PRC, non solo PCdI, ma altri e altre, singoli, associazioni; tra queste l’Associazione “BerlinguerLab” di Salerno, rappresentata da Maria Gasparro. “ Enrico Berlinguer – dice Maria – è ancora più attuale che mai e il suo rigore morale è un’indicazione e un modo d’essere, oggi, più rivoluzionario di ieri ”.

Michele Tripodi, sindaco PCdI di Polistena, in Calabria, ricorda applauditissimo la grande vittoria elettorale che ha riscosso nel suo paese ( circa il 60% dei voti); e aggiunge, riferendosi ai comunisti, “che vincere si può; occorre lavorare, unire, organizzare, lottare, crederci!” Verso la fine dell’assemblea, ascoltato con grande attenzione, prende la parola il compagno Domenico Losurdo: Lenin, l’Ottobre, il Partito Comunista di Gramsci, il ruolo delle avanguardie, la lotta antimperialista, l’importanza di un partito comunista, per quanto piccolo ma compatto, che sappia leggere la fase e indicare la strada alla classe. A seguire il compagno Bruno Steri, del CPN del PRC: “Il Partito Comunista è una necessità storica e sociale. Abbiamo già iniziato il cammino e siamo qui, oggi, per proseguirlo. Determinati e consapevoli, anche in virtù dei nostri precedenti errori, di dover costruire un partito dalle basi solide, non più costruito sulla sabbia, come già facemmo. Un partito aperto, ma non eclettico, dal profilo politico e teorico netto e dal pensiero forte”. Prima delle “conclusioni”, e durante gli interventi, la presidente legge i saluti all’assemblea (tanti e politicamente importanti) e le adesioni alla Costituente Comunista: sono tante e le pubblicheremo a parte, in questo stesso sito. Ne ricordiamo qui solo tre: Manlio Dinucci, giornalista e collaboratore de il Manifesto, Michele Giorgio, corrispondente in Medio Oriente per il Manifesto, Mariella Cao, leader del movimento contro le Basi nucleari USA e NATO in Sardegna. I saluti sono, per il PRC, di Paolo Ferrero (una delegazione del PRC è in sala); per SEL, del capogruppo alla Camera dei deputati, Arturo Scotto; per il movimento di Pippo Civati, Vincenzo Vita. Poi vengono letti i saluti di Antonio Ingroia, di Stefano Fassina e del Comitato Nazionale dell’Altra Europa per Tsipras. E tanti altri. Tra questi: Valentino Parlato, Giorgio Nebbia, Raffaella Bolino, ARCI, Alessandra Riccio (condirettrice, con Gianni Minà, della rivista Latino America). In definitiva: la Costituente Comunista è, a partire da questo 12 luglio, riconosciuta e apprezzata. Il compagno Luca Cangemi (Direzione nazionale PRC) chiude l’assemblea. Un intervento politicamente e teoricamente denso, che preferiamo non ridurlo qui ad una, peraltro impossibile, secca sintesi. Lo pubblichiamo in questo sito, così che possa esser letto nella sua interezza. L’assemblea si chiude con il lungo applauso dei 500 presenti. Che è come dire: dobbiamo rivederci presto. Ricostruire il partito comunista. Prendere il largo, iniziare il cammino.

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