Traduzione di Marica Guazzora
“Non c’è addio per coloro che rimarranno per sempre nei nostri cuori. I tuoi anni di lotta non saranno dimenticati, Fatima, presente! “
Così il Partito Comunista del Brasile (PCdoB) del guerriero Paraná ha onorato Maria de Fatima Ferreira Azevedo, morta d cancro il 1 di settembre a Curitiba, La sua vita nella lotta l’ha resa un simbolo di coraggio. Maria di Fatima visse in clandestinità, cambiò il suo nome e imparò dalla classe lavoratrice i desideri e i sogni di una vita di libertà.Nel movimento operaio, iniziò ad avere contatti con Il Partito Comunista del Brasile dove iniziò a militare nel 1972, ma fin da giovanissima era già attiva nel movimento studentesco e, più tardi, quando lavorava in una fabbrica tessile, fu attiva nel movimento operaio.
In onore della compagna, la Segretaria dei Movimenti Sociali del PCdoB del Paraná, Elza Maria Campos, ha scritto un bellissimo messaggio che racconta la vita di Fatima:
Comunista e femminista militante, Fatima è stata certamente una delle compagne che ha lasciato il suo forte segno di resistenza sia nel nostro stato che nel nostro paese.
Fu agguerrita fin dall’adolescenza, iniziando la sua lotta a soli 14 anni con gli studenti delle scuole superiori di Garanhuns dell’Unione (sua città natale), e poi con l’Unione brasiliana degli studenti delle superiori – UBES – e lavorò anche nella Gioventù universitaria cattolica – JUC – dove si erano unite le lotte dei contadini per la Riforma Agraria a quelle degli operai delle fabbriche che lottavano per un paese libero e indipendente.
Laureata in Servizi Sociali presso l’Università Federale di Recife – PE, seguì una professione di resistenza con un corso avanzato composto a maggioranza da donne. A quel tempo le donne, quando andavano alla scuola superiore, stavano poi in casa per imparare a fare le casalinghe, ma Fatima aveva già rotto e superato quella barriera.
Nel secondo anno del corso di Servizi Sociali, il Brasile fu sconvolto dal colpo di stato del 1964, e Fatima militava in San Paolo nell’ Azione Popolare (AP), un’organizzazione politica gestita dalla Chiesa cattolica, che difendeva la trasformazione radicale in Brasile. Fatima vi era entrata a 20 anni. Come lei stessa fece notare il colpo di stato fu una violazione delle illusioni, ma un richiamo alla lotta. A San Paolo, ancora nell’AP, lavorava come operaia nella filanda – Linhas Corrente. Il lavoro ebbe un ruolo fondamentale nella sua formazione politica. Diceva “La politica è dentro di me, la politica è la mia vita” e guidò gli scioperi quando chiusero una delle fabbriche.
A quel tempo era centrale la battaglia del petrolio che coinvolse i giovani con lo slogan: “Abbasso l’imperialismo degli Stati Uniti, togli i tuoi artigli dal Brasile, il petrolio è nostro”. Fu una energica lotta contro l’imperialismo USA.
Nel 1972 Fatima si unì al Partito Comunista del Brasile (PCdoB) un partito che seppe coraggiosamente resistere alla dittatura militare attraverso la Guerriglia di Araguaia. Da clandestina cambiò vita e nome e imparò dalla classe lavoratrice a coltivare desideri e sogni di una vita per la libertà.
Nel 1974, fu condannata in contumacia a tre anni di carcere e 10 anni di diritti civili cancellati. Era l’anno in cui nacque sua figlia Consuelo, si trovava a Bahia ma dovette lasciare Bahia in clandestinità e andare a vivere a Telemaco Borba. In questa città fu Assistente sociale del Sindacato dei Lavoratori della Carta e del Cartone. Nel sindacato fece un lavoro di educazione popolare, ma fu costretta a ritirarsi a causa delle minacce della dittatura fascista. In questa stessa città partecipò come Assistente sociale nella discussione per le Case Popolari. Venendo a Curitiba, Fátima lavorò nella Legione di Assistenza brasiliana – LBA, agendo nella direzione di SINDASP.
Divenne Presidente del Consiglio federale di Servizio Sociale CFESS dal 1987 al 1990, quando lavorò per il consolidamento della Costituzione del 1988, senza compromessi, difendendo il Sistema Sanitario unico e agì con fermezza nella costruzione del Sistema di assistenza sociale – ITS e la Legge Organica di assistenza sociale – LOAS, che era stato così devastato e distrutto dal governo del golpe che si stabilì in Brasile dopo il vile rovesciamento della Presidente Dilma.
Lavorò nell’Unione brasiliana delle donne (UBM), nella Confederazione Nazionale dei Lavoratori in CNTSS legata a CUT e nella Centrale Generale dei Lavoratori e delle Lavoratrici del Brasile (CTB).
In questo universo barbarico nella vita sociale, contro il quale ha combattuto così duramente, rendiamo omaggio alla sua generosità, al suo coraggio e alla sua determinazione, Fatima rimarrà per sempre nei nostri cuori!
Maria de Fátima, PRESENTE!
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