di Angelo D’Orsi (da facebook)
L’attualità di Marx: 200 anni e non sentirli
Marx è di media statura; ha trentaquattro anni; malgrado l’età i capelli sono già grigi; la sua corporatura è vigorosa (…); porta la barba completa; i suoi occhi grandi, focosi e penetranti, hanno qualcosa di sinistro, di demonica. Tuttavia si nota in lui al primo sguardo l’uomo di genio e di energia. La sua superiorità intellettuale esercita un’influenza irresistibile su chi lo circonda. (…) Come marito e padre di famiglia Marx (…) è l’uomo più tenero e mansueto di questo mondo. Marx abita in uno dei peggiori quartieri dì Londra, e di conseguenza anche dei più economici. Occupa due stanze, quella che guarda sulla strada è il salotto, quella che dà sul retro è la camera da letto. In tutta la casa non si trova un mobile in buono stato; tutto è rovinato, logoro, a pezzi, ricoperto da uno strato di polvere spesso un dito; ovunque regna il massimo disordine. (…) Quando si entra in casa di Marx il fumo del carbone e del tabacco è così denso che al primo momento si brancola come in una spelonca; poi, a poco a poco, lo sguardo si abitua al fumo, e si comincia a scorgere qualche oggetto (…). L’accoglienza è la più amichevole; la pipa, il tabacco e tutto quello che si trova in casa viene offerto con la massima cordialità. Una conversazione intelligente e piacevole sopperisce finalmente alle deficienze domestiche (…). Allora ci si può perfino riconciliare con la compagnia, e trovare l’ambiente interessante e originale. Ecco il ritratto fedele della vita familiare di Marx, il capo dei comunisti”. Così una spia prussiana descrive in un rapporto ai suoi superiori “il capo dei comunisti”, residente all’epoca a Soho, in Dean Street, 28.
Siamo nei primi anni Cinquanta dell’800; il “Manifesto del Partito comunista” è apparso in quella stessa Londra, nel febbraio 1848, e Marx conduce un’esistenza difficoltosa, spesso grama, fatta di studio (soprattutto di carattere economico, che si tradurrà in testi come i “Grundrisse” e quindi “Il Capitale”), di collaborazioni giornalistiche, di un’intensissima attività epistolare, a carattere intellettuale e politico: oggi fondamentale per ricostruire la mappa del marxismo mondiale. Malgrado l’aiuto del fedele amico e sodale Friedrich Engels, si tratta del periodo più drammatico della vita di Marx, segnato anche dalla morte di ben tre figli piccoli, dolore terribile per lui e la mamma, Jenny, che fu sempre, in ogni circostanza, una compagna eccezionale per Karl. Egli aveva già al suo attivo opere fondamentali, dalla “Sacra famiglia” all’ “Ideologia tedesca”, dai “Manoscritti economico-filosofici” al “18 Brumaio di Luigi Bonaparte”, diverse delle quali abbandonate alla “critica rodente dei topi”, come scriverà egli stesso beffardamente nel 1859, ossia rimaste inedite, alcune pubblicate postume, in modo spesso assai discutibile.
Poco dopo riprenderà anche l’attività politica, volta alla liberazione del proletariato dalle sue catene, fino alla fondazione della I Internazionale, nel 1864, mentre prosegue instancabile la ricerca sulla natura e la storia del capitalismo: analisi e lotta, ricerca scientifica e azione politica, sono le coordinate della vita di Karl Marx, l’autore più studiato e tradotto, di ogni epoca e luogo sulla scena mondiale. Una instancabile, defatigante attività che, nelle difficoltà materiali, minerà la salute di Marx: il 14 marzo 1883, spira a Londra, preceduto da quella dell’adorata Jenny, nel dicembre 1881. L’amico Engels concluderà il discorso funebre con queste parole: “Il suo nome vivrà nei secoli, e così la sua opera!”.
Così è stato. Oggi duecento anni dopo la nascita (5 maggio 1818), la figura di Karl Marx si staglia gigantesca, e delle innumerevoli categorie del suo pensiero – economico, sociologico, politico, antropologico, filosofico e storico – non possiamo fare a meno, sia per capire il mondo, sia, come voleva fare egli stesso, per trasformarlo.