Era il 7 maggio… … “Così il primo maggio 1945, sotto la neve, ci mettemmo in marcia. Camminammo per giorni, ci inerpicammo lungo il passo della Mendola e proseguimmo attraverso la Val di Non, fino al passo del Tonale. Ci fermavamo la notte presso i contadini , cui chiedevamo asilo e qualcosa da mangiare. Ci guardavano con sospetto, eravamo conciati, stracciati.”Arriviamo dal campo di concentramento di Bolzano”, spiegavamo, e allora superavamo la diffidenza e ci ospitavano.(…) Ripartivamo la mattina con qualche patata e un po’ di pane in tasca.
Un altro aiuto ci fu dato dai posti di ristoro disseminati un po’ dovunque, compresi quelli allestiti dai partigiani delle Fiamme Verdi, senza i quali non sarebbe stato possibile , forse, il nostro viaggio di ritorno.
Il freddo era terribile, ma devo dire che quel pellegrinaggio lo facemmo allegramente Eravamo un bel gruppo: c’erano Carlo Milanesi con il figlio Delio, Tirelli, la Serafina Casati, la Nuccia Ruga di Rozzano e quattro compagni di Genova di cui non ricordo i nomi. A un certo punto salimmo su pullman messi a disposizione dei deportati dai Comuni della zona.
Arrivammo così a Ponte di Legno,quindi a Lovere, e da qui a Milano. Era il 7 maggio 1945.Notai subito che la gente leggeva l’Unità.”
di Nora Brambilla Pesce