Ma tutte le regole troppo concise sono bensì comode, come quelle che compendiano l’essenziale del fenomeno in questione, ma si dimostrano abbastanza insufficienti, quando esse debbono dedurne i tratti più dettagliati del fenomeno da definire. Quindi noi-senza tuttavia dimenticare il valore convenzionale e relativo di tutte le disposizioni, che non può mai abbracciare i rapporti, in ogni senso, del fenomeno in pieno sviluppo-dobbiamo dare una decisione discreta , e cioè:
1) la concentrazione della produzione e del capitale, che ha raggiunto un grado talmente alto di sviluppo da creare i monopoli con funzione decisiva nella vita economica;
2) la fusione del capitale bancario col capitale industriale e il formarsi, sulla base di questo “capitale finanziario”, di un’oligarchia finanziaria;
3) la grande importanza sviluppata dall’esportazione di capitale nel confronto con l’esportazione di merci;
4) il sorgere di associazioni monopolistiche internazionali di capitalisti, che si ripartiscono nel mondo;
5) la compiuta ripartizione della terra tra le più grandi potenze capitalistiche.
L’imperialismo è dunque il capitalismo unito a quella fase di sviluppo, in cui è formato il dominio dei monopoli e del capitale finanziario, l’esportazione di capitale ha acquistato grande importanza, è iniziata la ripartizione del mondo in cui mi fido ed è già compiuta la ripartizione dell’intera superficie terrestre tra i più grandi paesi capitalistici. ”(Lenin, Imperialismo fase suprema del capitalismo)