Tiago Vieira del Comitato Centrale del PCP – Intervento al XXI Congresso
Buon pomeriggio, compagni, un grande saluto a tutti voi.
Com’era facile cedere alle intimidazioni e alle prese in giro e restare a casa.
Eppure, qui stiamo dimostrando ancora una volta che che la democrazia non è confinata!
Compagni,
nel 2019 è stato stimato che c’erano più di 7 milioni di persone in Portogallo con un account su almeno un social network. Per molti, anche prima del COVID-19 e della limitazione ai contatti sociali fisici che imponeva, i social network erano già un’importante forma di contatto tra famiglia, amici e colleghi. Ancora più importante, queste erano e continuano ad essere la principale fonte di informazioni – tra virgolette – notizie.
Ma non siamo ingenui. Come quasi tutto, anche i social network sono un’espressione della lotta di classe. Sono, essenzialmente, uno strumento della classe dominante per condizionare il comportamento delle masse, sia in termini di consumo che in termini di politica e ideologia. I suoi algoritmi sono progettati per questo, invadendo la privacy dei suoi utenti e offrendo loro principalmente informazioni che consentono, direttamente o indirettamente, di realizzare profitti ed esercitare il controllo.
Detto questo, la nostra lettura dialettica della realtà ci impone di notare che nelle reti c’è spazio anche per l’intervento del Partito e dei suoi militanti.È stata una tale considerazione che ha portato il Partito ad aprire pagine nelle reti principali – un’iniziativa presa o a livello centrale, o in alcuni casi a livello distrettuale o di contea.
Questa è stata una decisione importante, che abbiamo portato a termine con successo, ma i passi fatti fino ad ora non sono soddisfacenti.Senza dimenticare che lo scopo primario delle pagine del Partito è quello di trasmettere il messaggio del Partito – e non questa o quell’opinione di questo o di un altro compagno – ci sono aspetti che non possiamo non prendere in considerazione per renderlo più efficace:
1) I social network hanno le loro dinamiche. L’intervento non può limitarsi a riprodurre ciò che scriviamo e diciamo altrove. Senza ipotecare un millimetro di contenuti, dobbiamo curare il linguaggio con cui interveniamo, rendendo le sintesi più efficaci e accattivanti. In poche parole: nessuno di noi penserebbe di prendere un mucchio di manifesti e di andare a distribuirli alla porta di un’azienda come se fossero volantini; allo stesso modo, non serve molto prendere un testo di due pagine, pieno di frasi lunghe e complicate, e andare a pubblicarlo sulle reti.
2) I social network sono uno spazio in sé. Al di là della forma, intervenire in essi implica pensare a contenuti dedicati, cose che difficilmente risulterebbero in un altro contesto, ma a ciò che ha senso lì. Viceversa, anche pensare di poter riprodurre semplicemente in rete modelli di iniziative di altri contesti non funziona.
3) Intervenire in reti implica dedicare mezzi specifici. A tal fine, quando si prepara un’iniziativa, si dovrebbe tener conto che aspetti come la qualità dell’immagine, l’illuminazione e persino il suono possono essere la grande differenza tra un materiale con un potenziale di mobilitazione o una semplice perdita di tempo che andrà persa negli infiniti corridoi di internet.
Compagni,
gli anni a venire saranno molto impegnativi, non serve la sfera di cristallo per indovinarlo. Quindi, anche in questo fronte di lavoro, dobbiamo continuare a fare passi avanti. Affinché questi passi siano tanto più fruttuosi, è imperativo che qui anche il collettivo di Partito si mobiliti e, in modo organizzato, intervenga in modo disciplinato e creativo contemporaneamente. Le reti non sono e non saranno mai uno spazio per discutere aspetti della vita del Partito, né dovremmo contribuire a promuovere i nostri avversari di classe in esse.
Come comunisti, nella vita e sui social media, dobbiamo essere agitatori. Come in azienda, nel quartiere o nella comunità, cerchiamo di trasmettere il messaggio, a modo nostro, con le nostre parole, usando la nostra creatività – dobbiamo farlo anche sui social. Più siamo fedeli alla nostra lingua e al modo in cui ci esprimiamo, più saremo efficaci nel raggiungere coloro che ci circondano.
Questo è un campo propenso a favorire l’altra parte, ma ci offre la possibilità di raggiungere più persone. Persone che sono – più o meno definitivamente, a seconda dei casi – al nostro fianco. Dedichiamoci quindi ad avvicinarli a noi, ad illuminarli quando necessario, a mobilitarli quando necessario. Se lo faremo, saremo molto più vicini al raggiungimento dei nostri obiettivi.
Lunga vita al PCP!
