dal Dipartimento Internazionale Comitato Centrale Partito del Lavoro di Corea
Pyongyang – La questione femminile è, in sostanza, la questione dell’emancipazione sociale della metà della popolazione mondiale; tale questione, risolta, consentirebbe a questa metà di godere di dignità e diritti, in quanto esseri umani indipendenti, in tutti i settori della società, della politica, dell’economia e della cultura ed in condizioni di parità con gli uomini.
E’ una questione politica importante per il costante miglioramento dello status e del ruolo delle donne all’interno della lotta per il raggiungimento dell’indipendenza delle masse popolari.
Nel corso dell’ardua lotta armata contro il Giappone, il Presidente Kim Il Sung organizzò l’Associazione delle Donne contro i Giapponesi, la prima organizzazione rivoluzionaria di donne nel nostro paese, manifestando così una profonda intuizione sulla posizione delle donne e sul loro ruolo nella costruzione e nello sviluppo di una nuova società.
Rappresentò l’inizio di una brillante tradizione del movimento delle donne coreano. Il Presidente Kim Il Sung, infatti, non molto tempo dopo la liberazione del paese dal dominio coloniale giapponese istituì, il 18 novembre 1945, l’Unione Democratica delle Donne di Corea, la prima organizzazione femminile di massa della Repubblica Democratica Popolare. Successivamente promulgò la legge sulla parità di genere, il 30 luglio 1946.
Fu così che le donne coreane, che erano state a lungo oggetto di oppressione feudale, di disprezzo, di discriminazioni subumane e senza diritti politici, parteciparono alla costruzione di una nuova Corea a pieno titolo ed in condizioni di parità con gli uomini.
Da allora le antiche discriminazioni feudali contro le donne sono stata legalmente e completamente eliminate. La totalità dei diritti e la libertà, il progresso delle donne nella vita politica, economica e sociale a partire dalla partecipazione al processo decisionale, l’accesso al lavoro, all’assistenza sanitaria, all’istruzione, alla formazione delle famiglie ed alla riduzione degli oneri sociali, sono garantiti attraverso la Costituzione e tutte quelle leggi che riguardano il lavoro, la salute pubblica e la famiglia.
Le donne coreane per molti secoli sono state usate e sfruttate a causa dell’analfabetismo, dell’ignoranza e della negazione di ogni diritto ed ora partecipano all’esercizio del potere statale, al processo decisionale, alla gestione amministrativa ed economica e alle attività sociali. Le troviamo deputate all’Assemblea Suprema del Popolo e in generale a tutti i livelli delle Assemblee del Popolo.
Le politiche e le misure del nostro Partito per la parità di genere e la promozione delle donne, sono orientate non solo semplicemente verso l’uguaglianza di genere, ma verso la pratica sociale del rispetto e del trattamento preferenziale di integrazione nelle politiche statali. Le donne coreane non hanno alcun problema nel dare alla luce i loro bambini, grazie alle leggi e alle politiche di agevolazione, come la legge sulla nascita e sull’educazione dei bambini, che retribuisce la donna prima e dopo la gravidanza (150 giorni) e che elimina le difficoltà di partecipazione alla vita sociale, mettendola al passo con l’uomo.
Durante gli ultimi 10 anni, nonostante il paese sia stato colpito da difficoltà economiche causate dalle sanzioni e dalle manovre per isolare e soffocare il nostro popolo da parte delle forze politiche esterne allo Stato, le misure in materia di benessere delle donne dal diminuire hanno continuato ad esistere e sono state persino rafforzate.
Oggi le donne nel nostro paese spingono energicamente l’altra ruota del carro della storia come componenti a pieno titolo della società. Durante tutto questo processo sono nate già numerose eroine, scienziate ed innovatrici. Tale impegno per il nostro Partito rappresenta un contributo significativo agli sforzi internazionali per concretizzare l’emancipazione delle donne e risolvere la loro questione.
Legalizzare i loro diritti sociali e garantire le condizioni e l’ambiente per la loro piena partecipazione alla vita sociale, a prescindere dalla nazionalità, razza, lingua e religione, è la priorità nella questione femminile. Tuttavia, a livello mondiale, sono ancora molte le sfide che dovremo affrontare per una parità di genere vera e propria.
Le donne sono le prime vittime di tutte le forme criminali di sviluppo socio-politico, come la povertà, la disoccupazione, le malattie, i disastri economici, le armi e la violenza dei conflitti. La loro partecipazione politica si trova ancora ad un livello molto basso, come il loro coinvolgimento nella vita economica e lo sviluppo qualitativo delle risorse umane non è migliore a causa degli effetti negativi della globalizzazione.
Il divario delle retribuzioni tra uomini e donne, la discriminazione nelle opportunità di istruzione e nei luoghi di lavoro, le disparità economiche, accelerano la povertà delle donne e violano gravemente i loro diritti umani e la loro dignità.
Con l’inizio della crisi finanziaria, la povertà e l’emarginazione delle donne è sempre più diffusa.
La tratta di donne e bambini, gli stupri nei luoghi dei conflitti armati e la diminuzione degli investimenti nei settori deputati al benessere di donne e bambini, sono tutti imputabili all’obsoleto stereotipo sulla posizione sociale e sul ruolo delle donne e alla considerazione che non siano urgenti delle azioni di responsabilizzazione.
Per fare in modo che le donne godano di uno statuto politico e di autentici diritti politici, economici e culturali, riteniamo che gli sforzi internazionali per sradicare la povertà, la disoccupazione, l’analfabetismo e le malattie che minacciano l’esistenza stessa dell’uomo e che ostacolano il progresso delle donne, debbano essere prioritari.
In particolare riteniamo che tutti i popoli dovrebbero principalmente preoccuparsi di fornire le condizioni giuridiche per la liberazione delle donne da ogni tipo di disuguaglianza sociale e realizzare l’uguaglianza di genere vera e propria.
Inoltre, compito inevitabile è garantire lo sviluppo pacifico delle donne, per costruire un nuovo mondo pacifico senza guerra, antico desiderio femminile e stabilire una pace duratura su questo pianeta.
Il Partito del Lavoro di Corea, anche in futuro, rafforzerà ulteriormente la solidarietà internazionale nella lotta per l’indipendenza nel mondo, alzando la bandiera dell’ autodeterminazione, della pace e dell’amicizia e contribuendo positivamente allo sforzo internazionale per risolvere la questione femminile.