di Dario Ortolano
Colui che verrà poi chiamato, dai popoli e dagli sfruttati ed oppressi del mondo intero, il Che, nacque a Rosario, in Argentina, il 14 giugno 1928.
La sua vita, è diventata, nei diversi stadi del suo sviluppo, il fulgido esempio di che cosa debba essere un rivoluzionario, animato da profondo amore per la causa della liberazione dei popoli dallo sfruttamento e dall’oppressione del capitalismo e dell’imperialismo, dalla insaziabile volontà di conoscenza dei meccanismi di funzionamento di tale dominio sociale, per poterli combattere efficacemente, rendendo le masse popolari protagoniste della propria liberazione ed emancipazione sociale. Così fu, fin dalla sua giovinezza, con l’apprendimento avvenuto con la lettura dei testi classici del marxismo, ma anche dai viaggi compiuti nei Paesi dell’America Latina, che furono così determinanti nel mostrargli la profondità ed insopportabilità, per le masse popolari, delle ingiustizie e disuguaglianze sociali, che spingevano decine di milioni di esseri umani, abbondantemente al di sotto delle condizioni sociali necessarie per una esistenza dignitosa.
Da qui, più che da qualsiasi altro stimolo, nacque l’impegno, nella lotta, di Ernesto Guevara, contro chi determinava quelle condizioni di sfruttamento ed oppressione sociale. Nel 1954, nel Guatemala del Presidente Arbenz, ebbe il primo esempio, della sua vita, di come l’imperialismo USA potesse spazzare via, con il golpe e l’intervento armato esterno, un regime semplicemente democratico, che non corrispondesse ai propri interessi, ma altri ne sarebbero venuti. L’incontro con Fidel Castro e la partecipazione alla Rivoluzione cubana, furono il bacino fondamentale di apprendimento di che cosa fosse una rivoluzione e di come, essa, potesse essere vittoriosa, nonostante la vicinanza e vigilanza del capofila dell’ imperialismo internazionale, gli USA.
Ma, come sappiamo, il Che aveva in mente la sofferenza dei popoli dell’intera America Latina e del mondo intero, che lo portarono in Congo ed in Bolivia, a sperimentare altre vie di liberazione ed emancipazione politica, economica e sociale dei popoli, trovandovi, infine, in quest’ultimo Paese, il 9 ottobre 1967, all’età di 39 anni, la morte. Nella Bolivia in cui egli ha sacrificato la sua esistenza per la libertà di quel Paese e di quel popolo, un tribunale, nei giorni scorsi, ha condannato la protagonista del golpe, con cui, le forze reazionarie interne e l’imperialismo USA, hanno tentato di interrompere lo splendido cammino di emancipazione politica e sociale, verso il socialismo, guidato dal Presidente Evo Morales, infliggendogli una pesante pena di detenzione carceraria. Ecco il segno dei cambiamenti dei tempi che stiamo vivendo, a decenni di distanza dal sacrificio di Ernesto Che Guevara. L’imperialismo USA ed UE, oggi più che mai protesi a perpetuare il proprio dominio sul mondo intero, con golpe, guerre ed attentati continui, contro la libertà e sovranità dei popoli, come dimostrano le vicende della guerra in Ucraina, hanno già subito, nella loro folle impresa, pesanti e significative sconfitte, dal tempo della morte di Ernesto Che Guevara in Bolivia. Altre rivoluzioni e guerre di liberazione nazionale hanno vinto, a partire dal Vietnam, dall’ Afghanistan, e, sopratutto, in America Latina, col Venezuela di Chavez e Maduro, con la Bolivia di Evo Morales, con la nuova realtà della presidenza di Obrador in Messico, con la possibile vittoria, il prossimo 19 giugno, in Colombia, delle forze progressiste e rivoluzionarie, con il Nicaragua Sandinista, e con tante altre realtà di quel Continente che si vanno liberando ed emancipando dal giogo, ormai insopportabile, dell’imperialismo USA. Nei giorni scorsi, è fallito miseramente il tentativo del presidente Biden, di convocare un vertice di Paesi latinoamericani, sotto la propria egemonia, per la scarsa adesione di paesi convocati. Quale migliore esempio di chi abbia vinto e di chi stia vincendo, nella aspra lotta in corso, nel mondo, fra capitalismo ed imperialismo e volontà dei popoli e degli Stati, di affermare la propria libertà, sovranità ed indipendenza nazionale. Hanno vinto e vinceranno, sempre più, le idee di Ernesto Che Guevara, su ogni campo di battaglia, in ogni scontro politico e sociale, riecheggiano le antiche e gloriose parole d’ordine.
PATRIA O MUERTE, HASTA LA VICTORIA SIEMPRE, VENCEREMOS !!!