Europa migrante

di Manuela Palermi, presidente Comitato Centrale PCdI

E’ il diritto più elementare e, al tempo stesso, quello fondamentale: il diritto alla dignità della persona, a non essere considerata un animale che si può rinchiudere, colpire, offendere.

Il Mediterraneo è la più grande fossa cole-donne-piangonomune della storia dell’umanità, i suoi fondali sono un ossario. Nell’immaginario collettivo le isole sono punti di incontro di culture, di popoli, di civiltà, sono i miracolosi lembi di terra che salvano dai naufragi. Oggi sono campi di concentramento e basi militari per la repressione. Nelle frontiere europee si alzano muri e fili spinati.

L’Europa è inerte. Il Vecchio Continente non ricorda di essere il maggior popolo migrante che la storia del mondo abbia avuto. Migrazioni dal sud verso il nord (ma anche viceversa) all’interno delle frontiere. Migrazioni all’esterno di esse, a seconda delle epoche, degli interessi economici e delle guerre. Da quelle antiche dei popoli del nord (i “barbari”) verso il decadente impero romano, alle migliaia di persone che dai paesi del sud, negli anni 50 e 60, fuggivano al nord in cerca di lavoro e di una vita migliore. Spagnoli, tedeschi, irlandesi, svedesi, scozzesi, baschi sono emigrati verso il continente americano. E, quasi sempre, non avevano intenzioni pacifiche, miravano alla  conquista. Esattamente il contrario dei somali, libici, sudanesi, etiopi, siriani, iracheni, afgani che affollano le coste e le frontiere europee. Loro non vogliono conquistare nulla. Vogliono solo il diritto a quella vita dignitosa che gli è stata rubata dalle guerre, dalle carestie, dalla siccità, dallo sfruttamento che s’è sempre fatto delle risorse dei loro paesi.

Nessuno vuole abbandonare la propria terra, la propria famiglia, i propri amici. Le migrazioni sono avvenute ed avvengono perché dove si è nati e cresciuti non c’è vita possibile. L’Europa ha l’enorme responsabilità di politiche coloniali, quelle di ieri e di oggi, che hanno consegnato tanti paesi africani e del Medio Oriente a regimi dittatoriali che hanno seminato terrore e miseria.

Negli ultimi decenni, la vecchia Europa dei valori democratici e dei diritti umani è intervenuta militarmente in tutti (o quasi tutti) i paesi da cui vengono le migliaia di migranti. A muoverla sono sempre stati potenti interessi economici e geopolitici per mantenere salda la sua posizione dominante. E ora quella stessa Europa pretende di ignorare le ragioni del risentimento di quei popoli. Tutto viene spiegato in base ad una loro congenita e non colmabile inferiorità umana e a fondamentalismi barbari e violenti che hanno dichiarato guerra alla nostra civiltà.

Non esiste uno straccio di proposta europea che possa in qualche modo risolvere questo gigantesco dramma umano. E così la tragedia della migrazione continua a crescere, da Lampedusa alle coste libiche a quelle greche, dalla Palestina alla Macedonia… Centinaia di cadaveri continuano ad ammucchiarsi nella fossa comune mediterranea. Decine di morti vengono accatastati nei camion e nelle stive. Dell’Europa dei diritti umani e dei valori resta solo una caricatura. Con politici senza statura, senza coraggio, senza più ideologia che quella del mercato, che si nascondono dentro le proprie frontiere interpretando e solleticando le paure del proprio elettorato fino a generare puro razzismo. Merkel, Cameron, Hollande, Renzi gestiscono le decisioni del vero governo economico e politico europeo, la Troika, una sorta di gestapo formata dalla Commissione Europea, dalla BCE e dal FMI. Hanno eseguito – senza battere ciglio – ogni decisione, comprese le guerre in Aghanistan, Irak, Libia, Siria. Provocando l’espansione delle più infami e crudeli forme di fondamentalismo islamico. L’Europa comunitaria non ha esitato ad appoggiare il golpe fascista in Ucraina e le sanzioni economiche contro la Russia, a danno delle sue stesse imprese, di migliaia di piccoli agricoltori italiani, francesi, olandesi e spagnoli rimasti senza affari quando Mosca ha risposto alle sanzioni chiudendo i suoi mercati.

Tutti i Paesi che patiscono il salafismo sono casualmente musulmani, casualmente ricchi di petrolio. Lì l’ingerenza dell’Occidente ha lasciato cicatrici indelebili. Saccheggiati e assassinati (si saprà un giorno che fine hanno fatto le migliaia di milioni di dollari che la Libia teneva depositati nelle banche Usa e inglesi?), i popoli arabi ed africani hanno cercato di sopravvivere scappando dai loro paesi.

In Austria, nel camion frigorifero, c’erano 71 cadaveri avvinghiati l’uno all’altro. 59 uomini, 8 donne e, con loro, una bambina di tre anni e tre bambini di dieci. Venivano dalla Siria. Sono finiti in un obitorio di medicina veterinaria. E’ una sorta di dejà vu. Barconi e camion percorrono l’Europa con il loro carico di disperati come i treni che andavano nei campi di sterminio. Per i migranti scappare dalla guerra e dalla fame è un vero affare, è la speranza, anche quando non sanno cosa gli succederà, quando e dove arriveranno.

L’Europa vive oggi una combinazione non sopportabile: una paurosa crisi economica e l’orrore di questa crisi umanitaria. La prima reazione, la più evidente, è la rinascita dell’ultradestra in tutti i suoi paesi. Neonazisti, razzisti, squadristi sono presenti in quasi tutti i parlamenti. L’Europa sta giocando alla roulette russa.

 

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