di Albano Nunes
“Avante!”, Settimanale del Partito Comunista Portoghese
Traduzione di Marx21.it
L’ondata di proteste che ha attraversato gli Stati Uniti da un capo all’altro ha un significato molto profondo. Condannando il razzismo e la violenza della polizia e chiedendo giustizia per il vile omicidio di George Floyd, i manifestanti – di tutti i colori ed etnie, di tutte le età, ma soprattutto giovani – stanno condannando un ordine sociale profondamente ingiusto e disumano, esponendo davanti al mondo la menzogna e il decadimento della “democrazia americana” e mettendo in discussione il sistema stesso dello sfruttamento capitalistico.
Nelle più grandi mobilitazioni popolari dai tempi dell’assassinio di Martin Luther King e della lotta contro la guerra in Vietnam negli anni sessanta, milioni di persone affrontano la violenza repressiva per le strade, rompono il coprifuoco e persino in presenza degli arresti quotidiani di migliaia di manifestanti, reclamano con crescente veemenza i cambiamenti fondamentali che eliminino le cause del razzismo. Di fronte ai pericoli che la politica aggressiva dell’imperialismo fa incombere sull’umanità, è particolarmente stimolante la conferma che anche nel cuore della più grande potenza capitalista vi sono resistenza e lotta e che, nonostante tutte le incertezze e le difficoltà nel costruire un’alternativa al ferreo dominio del partito bicefalo dei repubblicani e dei democratici, è sempre più evidente che il campo di coloro che lo rifiutano si sta sempre più allargando.
In effetti, ci troviamo di fronte a un’altra manifestazione della profonda crisi che sta imperversando negli Stati Uniti e del declino storico dell’imperialismo americano. Declino che, pur essendo generalmente riconosciuto a livello delle relazioni internazionali (anche gli apologeti degli Stati Uniti come potenza indispensabile già parlano della fine del secolo americano), con l’epidemia sta esponendo con tremenda crudeltà le profonde ingiustizie e disuguaglianze della società americana, con il loro seguito di milioni e milioni di disoccupati, di poveri, di senzatetto e di impressionanti file chilometriche per la minestra dei poveri.
E’ stato in questo contesto che l’assassinio di Georg Floyd ha rappresentato l’ultima goccia che, da Minneapolis, ha condotto allo sdegno e alla rivolta in centinaia di città degli Stati Uniti, tra cui Washington.
La risposta incendiaria di Donald Trump alla straordinaria dimensione, persistenza e combattività della mobilitazione popolare – con l’accusa agli antifascisti e alle forze di sinistra de essere dei terroristi e la minaccia dell’intervento dell’esercito, mentre si fa fotografare mostrando la Bibbia – sa indubbiamente molto di calcolo elettorale. È molto più di questo. È un’espressione della scelta politica di una parte importante della classe dominante americana che, installata al più alto livello di potere, alimenta e protegge il razzismo e il fascismo.
Il pericolo che ciò rappresenta per il mondo, mentre l’imperialismo americano usa tutti i mezzi per cercare di mantenere un’egemonia planetaria che gli sta sfuggendo, è molto grande. Questo è un altro motivo per cui salutiamo ed esprimiamo la nostra solidarietà attiva con la giusta lotta dei lavoratori, dei giovani e del popolo americano.