di Fosco Giannini direttore di http://www.cumpanis.net
“Cumpanis” inaugura, da questo numero di febbraio 2021, una sua nuova “Sezione”: Scuola Quadri. Chi ha militato nel P.C.I ricorderà i racconti dei compagni e delle compagne sulla mitica scuola delle Frattocchie. Gli operai del Partito che avevano frequentato quella scuola ricordavano con grande orgoglio – oltre le lezioni su Marx e Lenin, sull’economia e sulla storia, sulla forma-partito, sul centralismo democratico e sul senso ultimo dell’organizzazione in cellule di produzione – quelle sulla filosofia, sulla letteratura, sull’arte, poiché l’intenzione delle Frattocchie era quella di “acculturare”, di portare alla lotta per il socialismo non solo “quadri” politici, ma uomini e donne dotati del senso “gramsciano” di “amore per le idee”, nel progetto più generale di strappare alla borghesia e alla piccola borghesia il primato culturale, consegnandolo al movimento operaio complessivo, al proletariato, alla “classe”. “L’Istituto di Studi Comunisti” (più conosciuto come Scuola delle Frattocchie) iniziò i suoi corsi nel 1944 e li chiuse nel 1993, dopo lo scioglimento del P.C.I.
Nessuna formazione comunista italiana, dopo il P.C.I., seppe e volle rilanciare seriamente, strutturare strategicamente, l’esperienza delle scuole di partito. E la mancanza di esse, nell’insufficiente preparazione media degli attuali quadri e militanti comunisti del nostro Paese, si sente. Scriveva Mauro Scoccimarro in un opuscolo curato dallo stesso Scoccimarro e da Valentino Gerratana ed edito dal P.C.I. nel settembre del 1961 (“Ideologia e Scuola di Partito”):
“Nelle Tesi del IX Congresso e nella risoluzione del C.C. e della C.C.C. dello scorso mese di gennaio si afferma la necessità di dare maggiore sviluppo all’attività di educazione ideologica ed in particolare alle scuole di partito; si richiama inoltre l’attenzione sull’esigenza di mantenere un legame permanente tra i problemi pratici e immediati della lotta politica e l’attività educativa ideologica… Su questa via le nostre scuole hanno già fatto notevoli progressi, tuttavia oggi si avverte un limite ed una insufficienza rispetto ai problemi nuovi maturati in questi ultimi tempi nella situazione internazionale, e quindi anche ai compiti nuovi ed alle nuove esigenze che si pongono al nostro partito. Quali sono i nuovi compiti e le nuove esigenze?
C’è innanzitutto la necessità di una maggiore chiarezza nella prospettiva storica del movimento operaio. La certezza e la fiducia nella prospettiva rivoluzionaria della classe operaia sono un elemento essenziale del movimento comunista; il dubbio e l’incertezza sono elementi negativi che frenano ed ostacolano anche l’attività pratica. Manifestazioni di questo genere sono talvolta affiorate negli ultimi anni sotto l’influenza del nuovo revisionismo. Questo non ci deve meravigliare. Noi stiamo attraversando un periodo storico di rapidi e profondi mutamenti nella struttura politica ed economica del mondo, un periodo in cui nuove condizioni si creano allo sviluppo della lotta di classe, nuove esperienze storiche si compiono, ed alla nuova realtà che si va creando devono adeguarsi le posizioni ideologiche e politiche del partito e del movimento rivoluzionario della classe operaia. Orbene, questo è un processo difficile e complesso che non si realizza d’un colpo, ed è naturale e comprensibile che si manifestino ritardi e perplessità, dubbi ed esitazioni. Ma proprio da ciò sorge l’esigenza d’intensificare la nostra attività diretta a superare e ad eliminare questi elementi negativi, a dare più chiara coscienza e maggiore certezza e fiducia nella lotta per il socialismo e il comunismo… A tal fine un particolare contributo possono dare le scuole di partito. Ma per assolvere a tale compito esse devono maggiormente adeguare i loro programmi di insegnamento ai problemi nuovi che oggi si pongono e sui quali c’è maggior bisogno di chiarezza teorica e politica…”.
Scoccimarro mette a fuoco diversi di questi “problemi nuovi”. Tra gli altri “le nuove forme dell’imperialismo e neo-colonialismo” e l’organizzazione del partito comunista in cellule (teoria del partito). Sul primo punto scrive: “La teoria leninista dell’imperialismo come ultima fase del capitalismo è la dottrina che permette di spiegare e di comprendere nel modo più giusto la realtà del mondo imperialista… Essa ha avuto piena conferma dall’esperienza del passato, perciò è riuscita a spazzar via le false teorie opportuniste, come quella del super imperialismo (Kautsky)… Orbene, quella teoria leninista ancora oggi ci permette di comprendere nel modo più giusto le nuove forme dell’imperialismo, come la tendenza all’integrazione economica di paesi diversi (MEC – EFTA, ecc.)”. Occorre sottolineare il carattere quasi “profetico” di questa affermazione di Scoccimarro del 1961, alla luce dell’attuale processo di integrazione neoimperialista dell’UE, che chiede oggettivamente una forte consapevolezza politico-teorica agli attuali militanti comunisti italiani e, dunque, una Scuola Quadri in grado di contribuire a formare tale consapevolezza, tale coscienza. Sulla questione del partito organizzato innanzitutto nei luoghi di lavoro (cellule), scrive Scoccimarro: “La sua attività (del partito, n.d.r.) deve perciò essere organizzata in modo da poter assolvere in pieno tali suoi compiti e funzioni. A queste esigenze risponde il sistema delle cellule. Se quel sistema si abolisse, anche il partito, in definitiva, finirebbe col mutare carattere, tenderebbe cioè a trasformarsi in una organizzazione puramente elettoralistica, e così perderebbe alcune sue caratteristiche essenziali di partito rivoluzionario della classe operaia”. Alla luce di ciò che sarebbe poi accaduto nella storia del P.C.I. (progressivo e totale abbandono della forma organizzativa leninista e gramsciana in cellule di produzione, forma mai ripresa dai partiti comunisti italiani successivi allo scioglimento del P.C.I.) anche questa riflessione di Scoccimarro appare lungimirante.
La Scuola Quadri, dunque, come parte essenziale della totale forma-partito comunista. Parte essenziale oggi pressoché inesistente nei piccoli partiti comunisti presenti nel nostro Paese. Ed è, dunque, a partire da questa constatazione che “Cumpanis”, con le sue forze, vuol dare un contributo per il ripristino della fondamentale esperienza della Scuola Quadri, inaugurando un proprio spazio interno intitolato proprio Scuola Quadri.
In questo primo spazio presentiamo due interventi: il primo a cura del professor Salvatore Distefano, che “rilegge” un testo centrale come “L’Antidühring” di Engels. Il secondo a cura del professor Alberto Sgalla, dal titolo “Arte e produzione. Attualità delle avanguardie sovietiche (1910-1930)”. (Fosco Giannini)