di Dario Ortolano.
Nel trascorso fine settimana, è ripresa, con grande intensità e partecipazione popolare, la mobilitazione NO TAV, in Valle di Susa, e particolarmente presso la località di San Didero, presidiata dagli abitanti della zona e dai manifestanti NO TAV, presso il luogo in cui è prevista la costruzione del nuovo autoporto autostradale. Nella giornata di sabato pomeriggio, si è svolta una grande manifestazione di protesta popolare, caratterizzata dalla partecipazione di migliaia di persone, contro la continuazione dei lavori del progetto TAV.La mobilitazione è poi continuata, con altri momentidi lotta, nella notte fra sabato e domenica, ed, in tale contesto, è stata gravemente ferita, colpita da un candelotto lacrimogeno, in pieno volto, Giovanna Saraceno, da sempre manifestante NO TAV, che ha dovuto essere ricoverata, con una frattura orbitale all’occhio destro, trauma cranico ed emorragia celebrale, prima all’ospedale di Rivoli, poi alle Molinette di Torino, dove verrà sottoposta ad una serie di interventi chirurgici.
Come denuncia il Movimento NO TAV, ” Giovanna, è stata colpita in pieno volto, da un lacrimogeno lanciato ad altezza d’uomo “, pratica questa, sempre più frequente, delle forze di polizia, nella azione, da esse perseguita, di repressione del Movimento NO TAV. Come comunisti, da sempre presenti e partecipanti alla lotta NO TAV, esprimiamo la nostra indignazione e protesta, per i fatti accaduti, e la più viva solidarietà umana e politica, verso Giovanna Saraceno, alla quale formuliamo i più fraterni e solidali auguri di pronta guarigione.Dal punto di vista politico, registriamo il fatto che, sono bastati pochi giorni di ” mobilitazione “, di poche centinaia di persone, portate presso i Palazzi del Governo e della Camera dei deputati, dai fascisti e da Salvini, ad invocazione delle ” riaperture “, suscettibili di provocare una ulteriore espansione della crisi sanitaria in corso, per convincere il Governo a cambiare rotta, nel senso auspicato dalla ” piazza “, mentre contro un grande movimento di lotta, come quello NO TAV, che da più di trent’anni, lotta contro un progetto di ” grande opera “, nocivo per i territori e la salute della popolazione, nonché inutile, si continuano ad usare i soliti metodi repressivi, nella ribadita volontà di dare seguito al nefasto progetto in atto.
Complimenti vivissimi al Governo Draghi, sedicente di ” unità nazionale “, in realtà difensore degli interessi delle classi dominanti, che, nei giorni scorsi, si era già guadagnato, sul campo, il titolo di ” governo di contaminazione nazionale ” ed ora, anche di ” repressione antipopolare “.
