di Fosco Giannini
Usa: la Corte Suprema ha cancellato il diritto di aborto alle donne. In tutti gli Stati diretti dai Conservatori parte la corsa ad istituire lo stesso divieto e la corsa a proibire “la pillola del giorno dopo”. Nella ventata reazionaria già si levano voci contro i matrimoni gay e contro i diritti di ogni “diversità”. In una società americana già fortemente segnata dal razzismo, la decisione della Corte Suprema contro le donne si presenta come il crollo di una diga democratica attraverso il quale può passare un nuovo fiume razzista e reazionario.
Sulla Rete, intanto, si fa largo una riflessione politica tendente ad interpretare la svolta oscurantista imposta dalla Corte Suprema come un immenso regalo ad un Partito Democratico, il Partito di Biden, in grande crisi di consensi sociali ed elettorali e in grande affanno per le elezioni di midterm del prossimo novembre (i sondaggi parlano di un suo tracollo); un partito, quello di Biden, che dalla propria crisi potrebbe risollevarsi proprio attraverso la lotta contro la decisione dei nove giudici della Corte Suprema e in difesa del diritto delle donne a poter usufruire della legge sull’aborto.
Ora, è del tutto vero che il partito imperialista di Biden, primo stratega e fautore della guerra della Nato contro la Russia e contro il mondo del multilateralismo, potrebbe utilizzare la decisione della Corte Suprema, e l’appoggio alle sacrosante rivendicazioni del movimento delle donne americane, come leva per rialzarsi dal proprio, attuale, declino.
Ciò è evidente. Indiscutibile.
Ma quale, mal mimetizzata, “ala di corvo” vola nella riflessione politica tendente ad interpretare il colpo reazionario della Corte Suprema come “dono” politico al Partito Democratico e a Biden? In tale riflessione, che naviga in Rete, fa capolino la testolina dell’idea che le lotte in difesa della legge sull’aborto, le lotte in difesa delle donne, della parità di genere e dei diritti civili, essendo lotte – a detta di un fronte politico – “non antisistemiche”, di carattere non anticapitalista, possono invece molto far comodo, proprio in virtù di questa loro, supposta, natura non “antisistemica”, ad una forza imperialista come il Partito Democratico nordamericano.
Un orientamento che entra in sintonia con alcune tesi, che oggi albergano persino in aree comuniste italiane minoritarie, secondo le quali le lotte per i diritti civili, tra queste quelle volte alla liberazione delle donne, sarebbero uno “spostamento” delle questioni di classe, funzionale a rimuovere la centralità del conflitto capitale/lavoro. Tesi, queste, che farebbero inorridire ed inalberare un grande filosofo marxista e comunista come Domenico Losurdo, che legava invece dialetticamente lotta di classe e lotta per i diritti sociali e civili, e che comunque si pongono trucemente al di fuori della cultura comunista, leninista, dell’Ottobre.
Noi dobbiamo invece mantenere la barra diritta: possiamo/dobbiamo constatare che il Partito Democratico di Biden potrebbe cavalcare (la cavalcherà) la lotta in difesa della legge dell’aborto al fine di rilanciare la propria politica guerrafondaia, ma senza che ciò comporti in nessun modo la revisione della nostra totale, indignata, condanna della scelta della Corte Suprema americana e senza che ciò appanni in nessun modo il fatto che la cancellazione della legge sull’aborto sia parte della stessa, perversa, inclinazione americana al razzismo e che entrambe (disprezzo per le donne e per il popolo afro-americano e latino-americano) stabiliscano un chiaro nesso ideologico con la scelta americana volta ad organizzare/appoggiare il movimento nazifascista ucraino.