di Dario Ortolano
In questi giorni di ” pratiche elettorali ” particolarmente contraddistinte, per i comunisti, in Italia, dalla raccolta di firme, imposte per legge, dagli apparati dello Stato borghese, ai partiti privi di presenza istituzionale, e particolarmente ai comunisti stessi, per impedirne il loro emergere, nella lotta politica quotidiana, fino alla riconquista di una loro rappresentanza parlamentare, è bene ricordare le ragioni di tale accanimento, del nostro avversario di classe, per impedire la ricostruzione di una adeguata rappresentanza comunista, come espressione della lotta della classe operaia, dei lavoratori e delle lavoratrici e di tutti gli sfruttati ed oppressi dal capitalismo e dall’imperialismo, anche nel ” tempio ” della politica borghese.
Il movimento comunista internazionale, è nato nella metà di due secoli or sono, e particolarmente col Manifesto del Partito Comunista di Marx ed Engels, del 1848, con la affermazione inequivocabile che la storia dell’umanità è una storia di lotte di classe, in cui sfruttati ed oppressi lottano, in ogni epoca storica, contro sfruttatori ed oppressori e, particolarmente, nel capitalismo, il proletariato contro la borghesia che concentra, nelle proprie mani, la stragrande maggioranza della ricchezza, prodotta dalla stragrande maggioranza del popolo, cioè dai proletari.
Perciò, gli autori del Manifesto, affermarono che, in uno Stato borghese, ogni governo non è che ” il comitato d’affari della borghesia “, ma tale affermazione non portò i fondatori del marxismo a dichiarare ininfluente la forza accumulata dal partito proletario, cioè comunista, fino a poterne dare una adeguata rappresentantazione parlamentare, come espressione e termometro dei rapporti di forza fra le classi.
Ugualmente farà Lenin, nel XX secolo, pur contrastando le degenerazioni ” parlamentaristiche ” di fine del secolo precedente, intervenute dopo la morte di Marx ed Engels, che erigevano la lotta parlamentare come il principale terreno di lotta del movimento operaio e popolare, anziché la espressione istituzionale dei rapporti di forza nella società.
Tutta la storia del movimento operaio e comunista internazionale, successivamente alla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre, in Russia, nel 1917, è stata contrassegnata dalla lotta fra marxismo-leninismo e revisionismo moderno, che tornò a delimitare il significato ed il ruolo della rappresentanza e della lotta parlamentare, nel più generale contesto della lotta di classe. Dopo la vittoria dell’Unione Sovietica e del movimento operaio e comunista internazionale, contro il nazifascismo, nel corso della Seconda guerra mondiale, tale scontro, politico ed ideologico, tornò ad accentuarsi, con la nascita di ” nuove ” teorie, che in realtà ricalcavano quelle vecchie, precedentemente sconfitte, del primato della lotta parlamentare, rispetto a quella sociale, per la conquista del potere politico, da parte del partito comunista, fino alla teorizzazione delle cosiddette ” vie parlamentari al socialismo ” che in seguito approdarono, con il cosiddetto ” eurocomunismo “, al distacco di consistenti partiti comunisti europei e non solo, dal movimento comunista internazionale, in alcuni casi, come quello del PCI, approdando all’autoscioglimento.
Questo approdo, assieme al venir meno della esperienza dell’Unione Sovietica e dei Paesi socialisti europei, è stata una delle cause determinanti della situazione in cui versa, oggi, il movimento comunista internazionale, e dei rapporti di forza che caratterizzano lo scontro di classe, nel mondo e particolarmente in Europa. Proprio in questo nostro continente, oggi nuovamente avvolto dalle fiamme della guerra condotta dall’imperialismo USA ed UE, tramite la NATO, per trasformare definitivamente l’Ucraina, nell’avamposto della aggressione contro la Federazione Russa ed il suo sistema di alleanze internazionali, l’assenza di consistenti partiti comunisti, con forte radicamento di massa, ed una giusta impostazione, politica ed ideologica, anche sul piano del rapporto fra lotta sociale ed istituzionale, è una delle cause principali dello stato della lotta di classe stessa e dell’orientamento politico ed ideologico della classe operaia e delle masse popolari, nel cuore del dominio dell’imperialismo USA ed UE, nell’epoca del capitalismo monopolistico.
A tale problema occorre porre mano, con la riflessione e lo scontro politico ed ideologico fra comunisti, per ricostruire, appunto, particolarmente in Europa, forti e combattivi partiti comunisti, ispirati ai principi fondamentali del marxismo-leninismo, in grado d’incarnare, nello sviluppo della quotidiana lotta di classe, le aspirazioni ed i bisogni politici, economici e sociali fondamentali della classe operaia, dei lavoratori e delle lavoratrici e di tutti gli sfruttati ed oppressi dal capitalismo e dall’imperialismo.
CONTRO IL CAPITALISMO, L’IMPERIALISMO, PER IL SOCIALISMO !!!
