25 Novembre giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne

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Femminicidio perchè

ll termine Femmicidio (femicide) è stato diffuso per la prima volta da Diana Russell che, nel 1992, nel libro Femicide: The Politics of woman killing, attraverso l’utilizzo di questa nuova categoria criminologica, molto tempo prima di avere a disposizione le indagini statistiche che ci confermano ancora oggi questo dato, “nomina” la causa principale degli omicidi nei confronti delle donne: una violenza estrema da parte dell’uomo contro la donna «perché donna». “Il concetto di femmicidio si estende aldila’ della definizione giuridica di assassinio ed include quelle situazioni in cui la morte della donna rappresenta l’esito/la conseguenza di atteggiamenti o pratiche sociali misogine.”
La teoria di Diana Russell diviene
universalmente nota ed utilizzata da numerose scienziate per analizzare le varie forme di femmicidio (delitto d’onore, lesbicidio, ecc.).
Nello specifico, viene ripresa dalle sociologhe, antropologhe e criminologhe messicane per analizzare i fatti di Ciudad Juarez, e viene adattata a descrivere non solo le uccisioni di genere ma ogni forma di violenza e discriminazione contro la donna “in quanto donna”.
Femminicidio (feminicidio) è per Marcela Lagarde «La forma estrema di violenza di genere contro le donne, prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato, attraverso varie condotte misogine -maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, sul lavoro, economica, patrimoniale, familiare, comunitaria, istituzionale- che comportano l’impunità delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto dallo Stato e che, ponendo la donna in una posizione indifesa e di rischio, possono culminare con l’uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambine: suicidi, incidenti, morti o sofferenze fisiche e psichiche comunque evitabili, dovute all’insicurezza, al disinteresse delle Istituzioni e alla esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia».

 Non una di più/Ni una más/!

da redazione

Ogni forma  di violenza perpetrata nei confronti della donna è femminicidio.  Non si viola solo il corpo, si viola la dignità, si calpesta la persona. E’ il predominio del maschio. E’ il sopruso del più forte nei confronti del più debole, che non si manifesta solo in questo campo.  Le violenze degli uomini contro le  donne non hanno passaporto: i violenti non hanno nazionalità. La violenza sulle donne è un fenomeno che non ha altra identità se non quella di genere maschile.

Iniziava così un articolo che ho scritto qualche anno fa  e riproposto anche lo scorso anno sia dal nostro blog donne del PCdI donneinrosso.worpress.com. che dal sito marx21.it. Non è mai inutile sottolineare le stesse parole  quando i numeri parlano da soli per dirci che il femminicidio continua, continua lo stupro in casa nostra ( solo a Torino le violenze sessuali  denunciate sono state 615, due al giorno, gli autori sono in grande maggioranza italiani sposati, di età tra i 38 e i 47 anni)  e aumenta  lo stupro come arma di guerra. Questa guerra che dilaga in ogni parte del mondo, armata  da Usa, Nato, Israele, Turchia, Ue,  ha magari anche forme nuove, diverse da quelle che conoscevamo, ma questa violenza  è rimasta identica, lo stupro è ancora e sempre una potente schifosa arma di guerra e allora dobbiamo  continuare a  dirlo, a gridarlo, se necessario, Non una di più/Ni una más/!

 

dicedino

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