Mauro Gemma, comunista, rivoluzionario.

di Fosco Giannini per http://www.cumpanis.net

L’abbiamo appreso ieri, sabato 26 agosto 2023: il compagno Mauro Gemma non ce l’ha fatta più. Ci ha lasciati. L’abbiamo saputo attraverso il compagno Marco Pondrelli, direttore di Marx21. Marco, venuto a parlare alla Festa Nazionale di “Cumpanis”, nei pressi di Ancona, si è fatto latore di questa cattiva notizia, l’ha sversata su tutti noi, come avesse un camion pieno di nero di seppia. E tutti, tutti coloro che hanno conosciuto, stimato, amato Mauro Gemma, a partire da chi scrive, si sono improvvisamente trovati in questa bolla nera, raggelati dallo stupore e dal dolore.
Chi è stato, chi è, per l’oggi e per il domani, Mauro Gemma?
Un comunista, un rivoluzionario torinese.
Intelligentissimo, colto, marxista, leninista, laureato in filosofia, studioso e conoscitore senza pari, in Italia e fuori d’Italia, della politica internazionale e delle leggi della geopolitica. Parlava le lingue, ogni lingua; leggeva e traduceva dall’inglese, dal francese, dal portoghese e soprattutto dal russo. Ogni sua analisi degli eventi internazionali si basava sullo studio, sulla lettura seria e attenta delle fonti, dal settimanale “Avante!”, del Partito Comunista Portoghese, a “La Pravda” (letta naturalmente in russo), passando per ogni agenzia internazionale, per ogni testata internazionale.
Marco Pondrelli ci annuncia la morte di Mauro e noi rimaniamo paralizzati dal dolore e da un sentimento strano, di “fine corsa”.
Perché?
Perché Mauro Gemma siamo noi.
Abbiamo condiviso con Mauro, da ragazzi, dagli anni ’80 in poi, la lotta per rilanciare in Italia un pensiero comunista forte e un partito comunista serio. Questa lotta condotta assieme, dagli anni della nostra gioventù, ci ha uniti – al di là degli anni che trascorrono e inevitabilmente ti dividono – per sempre. Come i ragazzi che fanno il liceo assieme e di ciò non possono più dimenticarsi.
Ed è per questo che oggi non piangiamo solo la scomparsa di Mauro, ma, con lui, anche quella di tanta parte della nostra gioventù, delle nostre speranze, dei nostri ideali.
Subito dopo aver appreso della scomparsa di Mauro, telefoniamo a suo fratello Dario, per dirgli qualcosa, qualcosa di difficile e inesprimibile, al di là delle condoglianze. Per dargli una testimonianza del dolore che abbiamo. Parliamo con Dario, ed è peggio di prima: la morte di Mauro si fa ancora più vera, noi perdiamo ancora più pezzi.
Perché?
Perché Mauro ha rappresentato al meglio un’avanguardia comunista e rivoluzionaria italiana che, giovanissima, negli anni ’80, ha prima tentato con tutte le sue forze – intellettuali e politiche- di opporsi, dall’interno del Partito, alla “mutazione genetica” del PCI, tentando poi, di volta in volta, di ricostruire in Italia un partito comunista degno di questo nome.
L’antimperialismo conseguente, l’internazionalismo, la centralità della lotta di classe, la messa a valore – in una fase italiana prettamente “liquidazionista” – della storia gloriosa del movimento comunista e rivoluzionario mondiale: questi i dati salienti del pensiero e dell’azione di Mauro Gemma e dei suoi compagni di strada.
Mauro basava il proprio pensiero politico e la propria azione su di un’impalcatura intellettuale, filosofica e politica di insolito spessore.  La sua lotta contro la liquidazione italiana del pensiero e della prassi leninista e gramsciana non prendeva corpo da dogmi e pregiudizi, ma – appunto- da una sfera molto ampia della conoscenza teorica e politica.
Quando Mauro, di fronte allo “strappo” di Berlinguer, a quell’affermazione dell’allora segretario del PCI relativa all’”esaurirsi della spinta propulsiva della Rivoluzione di Ottobre”, entrava in lotta politica e teorica, non lo faceva per una sorta di coazione a ripetere, perché mosso dal dogma. No: il compagno Gemma capiva che la rottura, da parte del PCI, con il movimento comunista mondiale era il Cavallo di Troia che avrebbe fatto entrare i dirigenti e i militanti comunisti italiani nella città socialdemocratica, dove le bandiere comuniste si ammainavano.
Mauro ha passato tanta parte della sua giovinezza in questa lotta volta prima a tentare di arrestare il processo involutivo comunista italiano e , poi, a ricostruire nel nostro Paese una nuova forza comunista all’altezza dei tempi e dello scontro di classe.
Un’esperienza politica ed umana lunga e, in gran parte, segnata da sconfitte e delusioni, poiché la mutazione genetica del PCI era irreversibile e il Partito della Rifondazione Comunista nato come risposta all’autoscioglimento del PCI iniziò ben presto a mostrare, con Bertinotti e la sua corte, la sua impossibilità intrinseca di “rifondare” un pensiero ed una prassi comunista e rivoluzionaria in Italia.
Nonostante le delusioni, Mauro, finché la salute lo ha sorretto, non ha mai mollato. Ha continuato a studiare, dirigere, scrivere. È stato a lungo direttore di Marx21, contribuendo dunque, in modo decisivo, a “consegnare”, con questo giornale, un enorme patrimonio politico e teorico anche alle avanguardie comuniste italiane odierne.
Chi scrive è stato colpito dalle parole che l’attuale Segretario della Federazione del PCI di Torino, Dario Ortolano, ha scritto in queste ore per la morte di Mauro Gemma: “Ho condiviso (con Mauro, n.d.r.) lunghi anni di militanza politica, appassionata e motivata, caratterizzata dalla profonda cultura che emanava dalla sua persona, a partire dagli anni ’80 e ’90, quando condividemmo la lotta contro il revisionismo politico ed ideologico che stava distruggendo il più grande partito comunista dell’occidente capitalistico. Ricordo, in particolare, nel corso degli anni ‘90, quando svolgevo la funzione di Segretario Provinciale della Federazione torinese del Partito della Rifondazione Comunista, e capitava, spesso, che, dopo una giornata di lavoro, Mauro venisse in Federazione, in Corso Regina Margherita, bussasse alla porta della Segreteria, entrasse  e i nostri dialoghi, in cui le sue considerazioni contro la falsità e l’inganno su cui si fonda l’ideologia e la propaganda borghese, perennemente motivati e legati ai fatti quotidiani, divenissero permanente occasione reciproca di arricchimento politico e culturale, volti a rafforzare l’azione politica dei comunisti nella capitale del movimento operaio italiano”.
Il lascito forse più importante di Mauro, per tutti noi, è sicuramente questo: la sua insolita capacità di leggere, decodificare, gli avvenimenti internazionali, anche nella loro portata storica.
È per questo che ora, colpiti come siamo dalla sua scomparsa, vogliamo reagire offrendo subito, di nuovo e a tutti noi il suo bene più prezioso: il suo pensiero.
Quello che troverete di seguito è un suo articolo, un articolo del compagno Mauro Gemma del marzo 2019, pubblicato su Marx21 e rilanciato da “Sinistra in Rete”. Mauro parla dell’accordo del governo Conte con la Repubblica Popolare Cinese, parla del valore enorme, per l’intero popolo italiano, dell’adesione dell’Italia alla “Nuova Via della Seta”. La sua riflessione è lucida e alta, i suoi giudizi su chi non capisce sono taglienti. D’altra parte, la franchezza e l’inclinazione alla lotta sono stati caratteri peculiari di Mauro, un compagno che non ha mai fatto, a partire da sé stesso, sconti a nessuno, nella discussione politica e teorica. Una sorta di Sant-Juste (chi ha conosciuto Mauro, sa di cosa stiamo parlando) del movimento comunista italiano recente. Un compagno, Gemma, leale e solidale nella battaglia unitaria, ma sempre intellettualmente indipendente e irriducibile, per il quale davvero si addicono le parole che Sant-Juste dedicava a sé stesso: “Io disprezzo la polvere di cui sono fatto; si potrà perseguitare e far morire questa polvere, ma sfido a strapparmi la vita indipendente che mi sono dato”.

Accordo Italia-Cina: un’occasione storica per la difesa degli interessi del nostro popolo
di  Mauro Gemma, 18 marzo 2019

Con la firma dell’accordo con la Cina in merito al progetto sulla Via della Seta, l’Italia per la prima volta nella storia del dopoguerra avrebbe la possibilità di affermare in modo sostanzioso la propria autonomia dalle scelte imposte dall’imperialismo statunitense ed europeo. Sarebbe il primo paese del G7 a farlo e la sovranità del nostro popolo ne uscirebbe rafforzata, con l’adesione a un programma che avrebbe immense ricadute economiche e occupazionali benefiche, senza che la Cina, come ha affermato lo stesso Conte, ci chieda alcuna forma di sudditanza politico-militare.
Occorre anche aver presente che il progetto di accordo fu avviato dal governo Gentiloni e che se ne parlò nel corso di una visita del Presidente della Repubblica a Pechino. C’è da augurarsi che il PD non se ne sia dimenticato in corso d’opera e che da domani non lo si veda schierato in appoggio alle recriminazioni statunitensi e UE.
Non è un caso che contro la firma, in occasione della visita di Xi Jinping sia stata avviata una forsennata campagna mediatica, ispirata dall’esterno, per fermare il progetto.
Ci troviamo di fronte a una gigantesca operazione propagandistica al servizio degli interessi imperialisti – che certamente si intensificherà di qui all’arrivo del presidente cinese – che dovrebbe seriamente preoccupare tutti i comunisti, i sinceri antimperialisti, gli amanti della pace e la vera sinistra che ha a cuore l’indipendenza e la sovranità del nostro paese.
Occorre ricordare, a chi avesse smarrito la memoria, che un’iniziativa simile a questo accordo non si era registrata neppure quando ad appoggiare governi erano i parlamentari dei partiti comunisti italiani. Anzi, nel 1999 non ci fu alcuna opposizione da parte di chi, comunista, allora stava al governo, contro la criminale aggressione imperialista a partecipazione italiana che portò alla distruzione della Jugoslavia. E, ai tempi del secondo governo Prodi, non ci fu alcuna opposizione comunista al rinnovo della spedizione militare in Afghanistan (e chi manifestò ritrosia a votare, venne espulso o minacciato di espulsione).
Ora più che mai, la possibilità dell’orgogliosa affermazione della nostra indipendenza dai ricatti imperialisti dovrebbe incoraggiare tutte le forze di sinistra che si dicono esterne e “a sinistra” del PD a sostenere con decisione chi, all’interno di questo governo, si batte perché gli impegni presi da Italia e Cina e ribaditi dal Presidente del Consiglio abbiano attuazione.
E invece. Provate a scorrere le pagine dei siti della cosiddetta “sinistra radicale” (PRC, demA, Potere al popolo, PC, per non parlare dei gruppi trotskisti, con la sola eccezione del PCI). Sulla questione Italia-Cina non viene spesa una sola parola, neanche a strapparla con le tenaglie. Si preferisce chiudere gli occhi e pubblicare post a sostegno di qualche nuova “primavera araba” (in attesa che si tramuti nell’ennesima delusione) e alle gesta delle cosiddette “forze democratiche siriane”, vale a dire le truppe di complemento della famigerata coalizione NATO (che aveva allevato tutti i più spregevoli integralismi e fanatismi islamici), in attesa di essere indirizzate contro il legittimo governo siriano. E per le quali si sono recentemente organizzate anche manifestazioni nazionali (al contrario di quanto succede con il Venezuela bolivariano).
Non c’è forse qualcosa che non funziona?

Ciao Mauro.

Redazione di Marx21.it

Ci sono parole che non si vorrebbe mai pronunciare o scrivere, la morte di Mauro Gemma ci lascia basiti e allo stesso tempo più poveri. Nei 10 anni in cui Mauro Gemma ha diretto questo sito tutti hanno potuto conoscere ed apprezzare le sue capacità. Mauro era un compagno preparato, per lui i paesi del mondo non avevano segreti, ne conosceva la storia, la politica e la cultura. La sua padronanza delle lingue gli permetteva di seguire il dibattito interno ai partiti comunisti fin nei minimi dettagli. Mauro però non era solo un grande studioso, era anche un uomo appassionato che viveva pienamente la battaglia politica, la politica per lui era passione e sentimento.

Ci lascia un grande vuoto. Nell’ultimo periodo nonostante le sofferenze non erano mai mancate le sue riflessioni, le sue considerazioni e anche le sue critiche. Per l’Associazione Marx21 è stato un pilastro ma tanti altri gruppi, movimenti a partiti hanno letto e imparato dalle sue analisi. Il comitato Ucraina Antifascista ricorda di come si attivò subito dopo il colpo di Stato del 2014. I suoi articoli e le sue traduzioni sono state per tutti noi un punto fermo al quale appoggiare le nostre lotte.

Tutta l’Associazione Marx21 si stringe in un grande abbraccio attorno alla famiglia, siamo consapevoli che in un momento come questo le parole servono a poco ma per noi oggi è importante ricordare Mauro, che è stato un uomo a cui ci legava un grande, sincero e inteso affetto.

Abbiamo deciso di salutarlo così, oggi non pubblicheremo il consueto editoriale della domenica, probabilmente a lui questa scelta non sarebbe piaciuta perché il sito doveva sempre essere aggiornato, ci perdonerà ma riteniamo che il dovere di doverlo salutare venga prima di tutto.

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